PAROLA AZZIMA 5

IL TEMPIO DEL DIO VIVENTE NON E' FATTO DI PIETRA

Nonfiction, Religion & Spirituality, Christianity, Evangelism, General Christianity
Cover of the book PAROLA AZZIMA 5 by Marina Bagni, Independently published
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Author: Marina Bagni ISBN: 1230001774344
Publisher: Independently published Publication: July 19, 2017
Imprint: Language: Italian
Author: Marina Bagni
ISBN: 1230001774344
Publisher: Independently published
Publication: July 19, 2017
Imprint:
Language: Italian

Il vero tempio di Dio non è un edificio fabbricato dalla mano dell’uomo, ma è la tenda della testimonianza di Gesù e dei suoi nati di nuovo: ed è anche la tenda che, nella Gerusalemme Celeste, rappresenterà simbolicamente il luogo dell’incontro fra lo Spirito del Padre e le anime dei suoi figliuoli fedeli ed ubbidienti, in virtù del Sacrificio propiziatorio compiuto da Gesù Cristo, il Salvatore.
Gesù, il Redentore del mondo, è arrivato sulla terra; ed è diventato il vero tempio della Parola, dello Spirito, e della Vita del Padre (Giov.2,18-22). Inoltre, Gesù trasforma tutti quelli che credono in Lui in altrettanti templi della sua Parola e del suo Spirito (Giov.6,63; I Cor.6,19).
Il Messia viene eletto dal Padre Sommo Sacerdote in eterno, secondo l’Ordine di Melchisedec; e questo a causa del Sacrificio eccelso di ubbidienza da Lui compiuto: l’Opera della croce. Cristo, l’Unto di Dio, è l’Unico Sommo Sacerdote in eterno, e tutti quelli che accettano la Salvezza per grazia, se perseverano nella assimilazione e nella ubbidienza della Parola, vengono purificati dal mondo e santificati nella conoscenza della sola Verità che si tramuta in Vita immortale (Ebrei 5,8-10).
In virtù della riconciliazione con l'Altissimo, prodotta, una sola volta per sempre, dal sangue di Cristo a beneficio di chiunque (uomo o donna) creda in Lui con fede tale da seguirlo, noi veniamo giustificati e liberati da tutti i nostri peccati; e otteniamo altresì il diritto di chiamarci figli di Dio (Giov.1,12; Galati 4,6) ed eredi del suo Sacerdozio (Galati 3,27-29; Apoc.5,9-10).
Il reale tempio secondo il cuore del Padre è il corpo di Gesù, offerto quale Supremo Sacrificio per il peccato, una volta sola per sempre, al fine di riscattare (a prezzo del suo sangue) tutti coloro che lo accettano come proprio personale Signore e si sottomettono alle cose da Lui comandate.
L’apostolo Paolo, in Atene, è grandemente afflitto nell’osservare che la città è piena di templi, di statue e di oggetti abominevoli di venerazione pagana (Atti 17,16).
I cosiddetti ‘templi’ o ‘santuari’ di pietra, costruiti dalla mano dell’uomo, non sono luoghi in cui il Signore, che è Spirito, può abitare (Atti 17,22-25). E’ proprio questo che Paolo insegna, nell’Areopàgo, agli intellettuali Ateniesi, i quali si ritenevano i più avanzati nella cultura letteraria, nelle arti, nelle scienze, nella filosofia: e cioè che è giunto il momento di passare sopra ai tempi dell’ignoranza (Atti 17,30), rifiutando ogni forma di idolatria e ogni grossolano tentativo di riprodurre umanamente l’aspetto della divinità.
Le statue, le immagini offendono gravemente Colui che è il Vero, il quale non può sopportare di essere miseramente ridotto a finte riproduzioni elaborate dalla fantasia e dalle mani degli uomini. Egli è invisibile Spirito; non può tollerare di essere accostato a simulacri ed effigi materiali, che sono idoli scolpiti e dipinti secondo il capriccio delle creature. Il Signore desidera essere adorato in Spirito e Verità (Giov.4,24), attraverso la sua Parola (Gesù) creduta con tutto il nostro cuore e messa in pratica.
In conseguenza dell’idolatria, all’interno della ‘chiesa di stato’, si moltiplicarono e si accentuarono le deviazioni, le false dottrine e le pratiche contrarie alla Parola di Dio, poiché è scritto, sia nell’Antico sia nel Nuovo Testamento, che i veri seguaci del Dio Vivente non devono far lega alcuna con i pagani, se vogliono evitare che essi diventino un laccio per loro e una trappola mortale.
A motivo dell'alleanza politica stretta ai vertici fra l’imperatore romano pagano e i ‘vescovi’, tutto si è contaminato, tutto è diventato finzione e teatralità; il mondo incredulo e idolatra ha invaso quella che un tempo era la comunità dei ‘cristiani’; perciò, in effetti, non sono stati i ‘cristiani’ a convertire i pagani, ma sono stati i pagani a trascinare sempre più nelle loro idolatrie i ‘cattolici’ tiepidi e spenti.

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Il vero tempio di Dio non è un edificio fabbricato dalla mano dell’uomo, ma è la tenda della testimonianza di Gesù e dei suoi nati di nuovo: ed è anche la tenda che, nella Gerusalemme Celeste, rappresenterà simbolicamente il luogo dell’incontro fra lo Spirito del Padre e le anime dei suoi figliuoli fedeli ed ubbidienti, in virtù del Sacrificio propiziatorio compiuto da Gesù Cristo, il Salvatore.
Gesù, il Redentore del mondo, è arrivato sulla terra; ed è diventato il vero tempio della Parola, dello Spirito, e della Vita del Padre (Giov.2,18-22). Inoltre, Gesù trasforma tutti quelli che credono in Lui in altrettanti templi della sua Parola e del suo Spirito (Giov.6,63; I Cor.6,19).
Il Messia viene eletto dal Padre Sommo Sacerdote in eterno, secondo l’Ordine di Melchisedec; e questo a causa del Sacrificio eccelso di ubbidienza da Lui compiuto: l’Opera della croce. Cristo, l’Unto di Dio, è l’Unico Sommo Sacerdote in eterno, e tutti quelli che accettano la Salvezza per grazia, se perseverano nella assimilazione e nella ubbidienza della Parola, vengono purificati dal mondo e santificati nella conoscenza della sola Verità che si tramuta in Vita immortale (Ebrei 5,8-10).
In virtù della riconciliazione con l'Altissimo, prodotta, una sola volta per sempre, dal sangue di Cristo a beneficio di chiunque (uomo o donna) creda in Lui con fede tale da seguirlo, noi veniamo giustificati e liberati da tutti i nostri peccati; e otteniamo altresì il diritto di chiamarci figli di Dio (Giov.1,12; Galati 4,6) ed eredi del suo Sacerdozio (Galati 3,27-29; Apoc.5,9-10).
Il reale tempio secondo il cuore del Padre è il corpo di Gesù, offerto quale Supremo Sacrificio per il peccato, una volta sola per sempre, al fine di riscattare (a prezzo del suo sangue) tutti coloro che lo accettano come proprio personale Signore e si sottomettono alle cose da Lui comandate.
L’apostolo Paolo, in Atene, è grandemente afflitto nell’osservare che la città è piena di templi, di statue e di oggetti abominevoli di venerazione pagana (Atti 17,16).
I cosiddetti ‘templi’ o ‘santuari’ di pietra, costruiti dalla mano dell’uomo, non sono luoghi in cui il Signore, che è Spirito, può abitare (Atti 17,22-25). E’ proprio questo che Paolo insegna, nell’Areopàgo, agli intellettuali Ateniesi, i quali si ritenevano i più avanzati nella cultura letteraria, nelle arti, nelle scienze, nella filosofia: e cioè che è giunto il momento di passare sopra ai tempi dell’ignoranza (Atti 17,30), rifiutando ogni forma di idolatria e ogni grossolano tentativo di riprodurre umanamente l’aspetto della divinità.
Le statue, le immagini offendono gravemente Colui che è il Vero, il quale non può sopportare di essere miseramente ridotto a finte riproduzioni elaborate dalla fantasia e dalle mani degli uomini. Egli è invisibile Spirito; non può tollerare di essere accostato a simulacri ed effigi materiali, che sono idoli scolpiti e dipinti secondo il capriccio delle creature. Il Signore desidera essere adorato in Spirito e Verità (Giov.4,24), attraverso la sua Parola (Gesù) creduta con tutto il nostro cuore e messa in pratica.
In conseguenza dell’idolatria, all’interno della ‘chiesa di stato’, si moltiplicarono e si accentuarono le deviazioni, le false dottrine e le pratiche contrarie alla Parola di Dio, poiché è scritto, sia nell’Antico sia nel Nuovo Testamento, che i veri seguaci del Dio Vivente non devono far lega alcuna con i pagani, se vogliono evitare che essi diventino un laccio per loro e una trappola mortale.
A motivo dell'alleanza politica stretta ai vertici fra l’imperatore romano pagano e i ‘vescovi’, tutto si è contaminato, tutto è diventato finzione e teatralità; il mondo incredulo e idolatra ha invaso quella che un tempo era la comunità dei ‘cristiani’; perciò, in effetti, non sono stati i ‘cristiani’ a convertire i pagani, ma sono stati i pagani a trascinare sempre più nelle loro idolatrie i ‘cattolici’ tiepidi e spenti.

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