Author: | Collectif | ISBN: | 9788867055180 |
Publisher: | Ledizioni | Publication: | October 5, 2018 |
Imprint: | Ledizioni | Language: | Italian |
Author: | Collectif |
ISBN: | 9788867055180 |
Publisher: | Ledizioni |
Publication: | October 5, 2018 |
Imprint: | Ledizioni |
Language: | Italian |
LA DAME ESCOILLEE (NRCF,83) La Dame escoillee è un fabliau anonimo composto nel Nord della Francia intorno alla metà del Duecento: l’autore offre una versione per molti aspetti originale della celeberrima “Bisbetica domata”, un nucleo narrativo assai prolifico nella letteratura e nel folclore, dal quale trae spunto anche la nota commedia di William Shakespeare, The Taming of the Shrew. Il racconto antico-francese è per molti versi affine a un coevo Schwankmäre medio-alto tedesco, la Vrouwen Zuht di Sibote: entrambi gli autori tendono ad accentuare la valenza esemplare della vicenda narrata e ad attenuarne i risvolti comici, attuando trasformazioni profonde rispetto al nucleo narrativo di partenza. La rielaborazione in chiave misogina e moraleggiante proposta dai due racconti raggiunge il culmine nell’episodio conclusivo, tutto giocato sull’ambiguo confine tra violenza e ruse, scherzo e verità, realtà e finzione: se le altre ricorrenze del motivo tendono a fare della megera una figura essenzialmente comica ed esaltano perciò gli aspetti buffi e farseschi del nucleo narrativo di partenza, i due testi medievali si chiudono invece sulla terribile e brutale punizione della “Virago”, che viene appunto evirata e costretta finalmente mediante la violenza a sottomettersi al potere maschile che aveva osato sfidare. Di là dalle implicazioni antropologiche e psicologiche inquietanti sottese alla vicenda, rimane in primo piano il messaggio di cui il fabliau vuol essere portatore, principalmente rivolgendosi alla coeva società aristocratica chiamata a reggere e difendere lo status quo: l’immagine snaturata e mostruosa della “Dama castrata” si propone infatti come il rovescio del ritratto cortese della donna, la sua immagine grottesca spinta sino alle estreme conseguenze al fine di mettere in guardia gli uomini sposati rispetto alla necessità di mantenere ben saldo il confine tra realtà e finzione letteraria. Il libro offre anzitutto una nuova analisi delle procedure narrative, degli echi parodici di cui è intessuta l’architettura del racconto, dei procedimenti di riscrittura, degli effetti di dissonanza e risonanza creati dall’anonimo autore per dare maggior risalto al messaggio esemplare; viene inoltre proposta una nuova edizione critica del testo, fondata sulla classificazione di tutti e sei i testimoni, accompagnata da una traduzione in italiano, da osservazioni sulla lingua dell’autore e dei copisti, da note di commento e da un glossario.
LA DAME ESCOILLEE (NRCF,83) La Dame escoillee è un fabliau anonimo composto nel Nord della Francia intorno alla metà del Duecento: l’autore offre una versione per molti aspetti originale della celeberrima “Bisbetica domata”, un nucleo narrativo assai prolifico nella letteratura e nel folclore, dal quale trae spunto anche la nota commedia di William Shakespeare, The Taming of the Shrew. Il racconto antico-francese è per molti versi affine a un coevo Schwankmäre medio-alto tedesco, la Vrouwen Zuht di Sibote: entrambi gli autori tendono ad accentuare la valenza esemplare della vicenda narrata e ad attenuarne i risvolti comici, attuando trasformazioni profonde rispetto al nucleo narrativo di partenza. La rielaborazione in chiave misogina e moraleggiante proposta dai due racconti raggiunge il culmine nell’episodio conclusivo, tutto giocato sull’ambiguo confine tra violenza e ruse, scherzo e verità, realtà e finzione: se le altre ricorrenze del motivo tendono a fare della megera una figura essenzialmente comica ed esaltano perciò gli aspetti buffi e farseschi del nucleo narrativo di partenza, i due testi medievali si chiudono invece sulla terribile e brutale punizione della “Virago”, che viene appunto evirata e costretta finalmente mediante la violenza a sottomettersi al potere maschile che aveva osato sfidare. Di là dalle implicazioni antropologiche e psicologiche inquietanti sottese alla vicenda, rimane in primo piano il messaggio di cui il fabliau vuol essere portatore, principalmente rivolgendosi alla coeva società aristocratica chiamata a reggere e difendere lo status quo: l’immagine snaturata e mostruosa della “Dama castrata” si propone infatti come il rovescio del ritratto cortese della donna, la sua immagine grottesca spinta sino alle estreme conseguenze al fine di mettere in guardia gli uomini sposati rispetto alla necessità di mantenere ben saldo il confine tra realtà e finzione letteraria. Il libro offre anzitutto una nuova analisi delle procedure narrative, degli echi parodici di cui è intessuta l’architettura del racconto, dei procedimenti di riscrittura, degli effetti di dissonanza e risonanza creati dall’anonimo autore per dare maggior risalto al messaggio esemplare; viene inoltre proposta una nuova edizione critica del testo, fondata sulla classificazione di tutti e sei i testimoni, accompagnata da una traduzione in italiano, da osservazioni sulla lingua dell’autore e dei copisti, da note di commento e da un glossario.