Author: | Stendhal | ISBN: | 9788866610465 |
Publisher: | Scrivere | Publication: | October 31, 2011 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Stendhal |
ISBN: | 9788866610465 |
Publisher: | Scrivere |
Publication: | October 31, 2011 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
Uno dei capolavori più memorabili della letteratura francese. Dopo i romanzi ambientati nella Francia contemporanea, Stendhal ritorna all'Italia, terra dell’altrove e della felicità, ultima utopia poetica.
Un giovane sensibile e bello, Fabrizio del Dongo, compie il tragitto della felicità, che si adempie sia oggettivamente attraverso l'impegno nella storia sia soggettivamente attraverso il compimento pieno delle passioni della vita privata. Pubblico e privato, Waterloo e Napoleone, s’intrecciano alla passione per la contessa Sanseverina.
Perseguitato dal potere oscurantista e dispotico che regna a Parma, imprigionato e condannato a morte, Fabrizio incontra l’amore proprio in prigione nella figura di Clelia Conti, la figlia del governatore della fortezza. Liberato da qui dalla contessa Sanseverina, con una fuga romanzesca, dopo molte tribolazioni e sofferenze, finirà per trovare il suo unico amore.
La contessa Sanseverina è il personaggio centrale del romanzo, e Italo Calvino la indica paradossalmente come «il più grande personaggio femminile della... letteratura italiana»
La Sanseverina è una romantica che incarna nei rapporti personali l’ideale napoleonico o, per lo meno, quel principio come viene inteso e sublimato da Stendhal. La grande passione della sua vita è il suo sentimento per Fabrizio, che è più di un amore incestuoso, pur essendo certamente anche questo. In virtù della forza di un altro essere essa vorrebbe tornare alla condizione della sua giovinezza, non per dominare Fabrizio ma per entrare in comunità spirituale con lui. Essa ammira la generosità, l’impetuosità, la gaiezza, la passione - e una certa mancanza di scrupoli e di pietà nel conquistarsele. Alla fine del libro, essa accetta il suo destino che è quello di sposare Mosca e abbandonare Fabrizio. Come si esprime mirabilmente Stendhal «la contessa, a farla breve, appariva esteriormente felice in tutti i sensi».
Nel disegnare il personaggio con un’affettuosità di cui è difficile trovare l’uguale in letteratura, Stendhal ci lascia capire che dovunque la passione sia piena e vitale, la moralità ne soffre un po’. La Sanseverina sembra oltrepassare spesso i confini della morale; ma abbiamo l’impressione che nel suo caso si tratti di una impenetrabilità alle esigenze morali, come se fosse una qualche maestosa forza di natura.
Uno dei capolavori più memorabili della letteratura francese. Dopo i romanzi ambientati nella Francia contemporanea, Stendhal ritorna all'Italia, terra dell’altrove e della felicità, ultima utopia poetica.
Un giovane sensibile e bello, Fabrizio del Dongo, compie il tragitto della felicità, che si adempie sia oggettivamente attraverso l'impegno nella storia sia soggettivamente attraverso il compimento pieno delle passioni della vita privata. Pubblico e privato, Waterloo e Napoleone, s’intrecciano alla passione per la contessa Sanseverina.
Perseguitato dal potere oscurantista e dispotico che regna a Parma, imprigionato e condannato a morte, Fabrizio incontra l’amore proprio in prigione nella figura di Clelia Conti, la figlia del governatore della fortezza. Liberato da qui dalla contessa Sanseverina, con una fuga romanzesca, dopo molte tribolazioni e sofferenze, finirà per trovare il suo unico amore.
La contessa Sanseverina è il personaggio centrale del romanzo, e Italo Calvino la indica paradossalmente come «il più grande personaggio femminile della... letteratura italiana»
La Sanseverina è una romantica che incarna nei rapporti personali l’ideale napoleonico o, per lo meno, quel principio come viene inteso e sublimato da Stendhal. La grande passione della sua vita è il suo sentimento per Fabrizio, che è più di un amore incestuoso, pur essendo certamente anche questo. In virtù della forza di un altro essere essa vorrebbe tornare alla condizione della sua giovinezza, non per dominare Fabrizio ma per entrare in comunità spirituale con lui. Essa ammira la generosità, l’impetuosità, la gaiezza, la passione - e una certa mancanza di scrupoli e di pietà nel conquistarsele. Alla fine del libro, essa accetta il suo destino che è quello di sposare Mosca e abbandonare Fabrizio. Come si esprime mirabilmente Stendhal «la contessa, a farla breve, appariva esteriormente felice in tutti i sensi».
Nel disegnare il personaggio con un’affettuosità di cui è difficile trovare l’uguale in letteratura, Stendhal ci lascia capire che dovunque la passione sia piena e vitale, la moralità ne soffre un po’. La Sanseverina sembra oltrepassare spesso i confini della morale; ma abbiamo l’impressione che nel suo caso si tratti di una impenetrabilità alle esigenze morali, come se fosse una qualche maestosa forza di natura.