L'incontro tra la solitudine e il bullismo nell'era di internet

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Cover of the book L'incontro tra la solitudine e il bullismo nell'era di internet by Katherina Eberlein, Katherina Eberlein
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Author: Katherina Eberlein ISBN: 9786050303964
Publisher: Katherina Eberlein Publication: May 12, 2014
Imprint: Language: Italian
Author: Katherina Eberlein
ISBN: 9786050303964
Publisher: Katherina Eberlein
Publication: May 12, 2014
Imprint:
Language: Italian

“L’incontro tra la solitudine e il bullismo nell’era di internet” è il frutto del tentativo di analizzare le possibili relazioni tra solitudine, bassa autostima e bullismo, con particolare riferimento al bullismo elettronico.
“La solitudine è qualcosa di più che un’esperienza diffusa. Sotto certi aspetti è un’esperienza necessaria, ineluttabilmente connessa alla condizione umana” (Miceli, 2003). Tale frase esprime come la solitudine sia un’esperienza che ogni uomo vive.
Un aspetto interessante della solitudine è come essa possa assumere molteplici valenze, possa divenire fonte di sofferenza o di arricchimento individuale; Gotesky, cogliendone la multidimensionalità, indica tre diversi termini adeguati a sottolineare le diverse sfaccettature dell’esperienza di solitudine: “aloneness”, “solitude”, “loneliness”.
La parola “Aloneness” indica uno stato di isolamento fisico privo di componenti emotive, rappresenta il fatto di non trovarsi insieme ad altri.
È il termine “Solitude” ad esprimere i sentimenti di beneficio e soddisfazione che accompagnano alcune situazioni di isolamento dagli altri. Risultano in particolare accentuate, in condizione di solitudine fisica, la creatività, l’attenzione e la concentrazione; il trovarsi da soli può inoltre favorire momenti di relazione con se stessi e di introspezione.
La parola “Loneliness” indica invece la pena della solitudine psicologica e gli stati d’animo di sofferenza e di assenza che l’accompagnano e che non per forza è legata all’isolamento fisico ma che anzi può realizzarsi nonostante si sia in mezzo agli altri; come il non essere considerati dall’altro o le proprie difficoltà nel costruire relazioni sociali, esso assume una valenza negativa e prelude al manifestarsi della solitudine psicologica.
La solitudine si presenta frequentemente correlata a un sentimento negativo, ovvero la bassa autostima; questo è problematico se si considera che a correre il rischio di soffrire di solitudine è tipicamente il soggetto adolescente introverso, schivo, socialmente impacciato, con difficoltà ad interagire e stabilire rapporti con possibili implicazioni quali l’esclusione e gli insuccessi relazionali.
E’ importante considerare che non è inusuale che ragazzi che presentano difficoltà a relazionarsi e che conseguentemente possono soffrire di solitudine, esclusione sociale e carente autostima, divengano vittime di atti di bullismo, non per forza prepotenze fisiche o verbali, ma anche “solo” nella sua forma indiretta che mira a isolare la vittima, chiuderla fuori dal gruppo.
Non di rado può accadere che adolescenti con questi problemi, quali solitudine ed esclusione sociale, ricorrano all’uso della rete e dei rapporti virtuali per tentare di evadere dalle difficoltà del quotidiano; il rischio è che la rete divenga un’ulteriore ambiente di vittimizzazione per questi ragazzi che attraverso internet possono venire ulteriormente umiliati e questo può accrescere il loro sentirsi soli e aumentare la loro sofferenza.

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“L’incontro tra la solitudine e il bullismo nell’era di internet” è il frutto del tentativo di analizzare le possibili relazioni tra solitudine, bassa autostima e bullismo, con particolare riferimento al bullismo elettronico.
“La solitudine è qualcosa di più che un’esperienza diffusa. Sotto certi aspetti è un’esperienza necessaria, ineluttabilmente connessa alla condizione umana” (Miceli, 2003). Tale frase esprime come la solitudine sia un’esperienza che ogni uomo vive.
Un aspetto interessante della solitudine è come essa possa assumere molteplici valenze, possa divenire fonte di sofferenza o di arricchimento individuale; Gotesky, cogliendone la multidimensionalità, indica tre diversi termini adeguati a sottolineare le diverse sfaccettature dell’esperienza di solitudine: “aloneness”, “solitude”, “loneliness”.
La parola “Aloneness” indica uno stato di isolamento fisico privo di componenti emotive, rappresenta il fatto di non trovarsi insieme ad altri.
È il termine “Solitude” ad esprimere i sentimenti di beneficio e soddisfazione che accompagnano alcune situazioni di isolamento dagli altri. Risultano in particolare accentuate, in condizione di solitudine fisica, la creatività, l’attenzione e la concentrazione; il trovarsi da soli può inoltre favorire momenti di relazione con se stessi e di introspezione.
La parola “Loneliness” indica invece la pena della solitudine psicologica e gli stati d’animo di sofferenza e di assenza che l’accompagnano e che non per forza è legata all’isolamento fisico ma che anzi può realizzarsi nonostante si sia in mezzo agli altri; come il non essere considerati dall’altro o le proprie difficoltà nel costruire relazioni sociali, esso assume una valenza negativa e prelude al manifestarsi della solitudine psicologica.
La solitudine si presenta frequentemente correlata a un sentimento negativo, ovvero la bassa autostima; questo è problematico se si considera che a correre il rischio di soffrire di solitudine è tipicamente il soggetto adolescente introverso, schivo, socialmente impacciato, con difficoltà ad interagire e stabilire rapporti con possibili implicazioni quali l’esclusione e gli insuccessi relazionali.
E’ importante considerare che non è inusuale che ragazzi che presentano difficoltà a relazionarsi e che conseguentemente possono soffrire di solitudine, esclusione sociale e carente autostima, divengano vittime di atti di bullismo, non per forza prepotenze fisiche o verbali, ma anche “solo” nella sua forma indiretta che mira a isolare la vittima, chiuderla fuori dal gruppo.
Non di rado può accadere che adolescenti con questi problemi, quali solitudine ed esclusione sociale, ricorrano all’uso della rete e dei rapporti virtuali per tentare di evadere dalle difficoltà del quotidiano; il rischio è che la rete divenga un’ulteriore ambiente di vittimizzazione per questi ragazzi che attraverso internet possono venire ulteriormente umiliati e questo può accrescere il loro sentirsi soli e aumentare la loro sofferenza.

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