Author: | Mois Benarroch | ISBN: | 9781507140529 |
Publisher: | Moben | Publication: | April 6, 2019 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Mois Benarroch |
ISBN: | 9781507140529 |
Publisher: | Moben |
Publication: | April 6, 2019 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
Alla stazione centrale degli autobus, l’espulso incontra una donna identica a sua moglie, ma di trent’anni più giovane, che si rivelerà essere la stessa donna. Una relazione che non è semplicemente un adulterio, ma qualcosa di più.
All’interno di un autobus sequestrato da terroristi si creano due caste: una superiore (quella degli “avanzati”) e una inferiore e sottomessa, quella degli “arretrati”, che giustificano l’oppressore.
Una storia nella storia e un finale che unisce passato e futuro al fine di trasformare l’espulso in un individuo migliore. Un romanzo che ci trasporta nella parte più profonda di noi stessi, opera di uno scrittore che rifiuta di scrivere come tutti gli altri.
Nel XV secolo, quando i sefarditi furono espulsi dalla Spagna, fuggirono in Marocco, dove furono chiamati "Megorashim" (“espulsi”), termine che si opponeva a "Toshabim" (i “locali”). Senza dubbio, nel corso dei secoli, tale vocabolo non fu affatto utilizzato come termine dispregiativo, infatti far parte degli espulsi significava appartenere a una specie di aristocrazia. Cinquecento anni dopo, il narratore si sente espulso da tutto, dal suo popolo, dalla sua famiglia, dai suoi amori e dalle sue terre. Poco alla volta, il narratore comprende che “come i miei antenati, ero divenuto un espulso.”
Alla stazione centrale degli autobus, l’espulso incontra una donna identica a sua moglie, ma di trent’anni più giovane, che si rivelerà essere la stessa donna. Una relazione che non è semplicemente un adulterio, ma qualcosa di più.
All’interno di un autobus sequestrato da terroristi si creano due caste: una superiore (quella degli “avanzati”) e una inferiore e sottomessa, quella degli “arretrati”, che giustificano l’oppressore.
Una storia nella storia e un finale che unisce passato e futuro al fine di trasformare l’espulso in un individuo migliore. Un romanzo che ci trasporta nella parte più profonda di noi stessi, opera di uno scrittore che rifiuta di scrivere come tutti gli altri.
Nel XV secolo, quando i sefarditi furono espulsi dalla Spagna, fuggirono in Marocco, dove furono chiamati "Megorashim" (“espulsi”), termine che si opponeva a "Toshabim" (i “locali”). Senza dubbio, nel corso dei secoli, tale vocabolo non fu affatto utilizzato come termine dispregiativo, infatti far parte degli espulsi significava appartenere a una specie di aristocrazia. Cinquecento anni dopo, il narratore si sente espulso da tutto, dal suo popolo, dalla sua famiglia, dai suoi amori e dalle sue terre. Poco alla volta, il narratore comprende che “come i miei antenati, ero divenuto un espulso.”