Author: | Fabrizio Frosini | ISBN: | 9781310553844 |
Publisher: | Fabrizio Frosini | Publication: | May 27, 2015 |
Imprint: | Smashwords Edition | Language: | Italian |
Author: | Fabrizio Frosini |
ISBN: | 9781310553844 |
Publisher: | Fabrizio Frosini |
Publication: | May 27, 2015 |
Imprint: | Smashwords Edition |
Language: | Italian |
'Karumi' di Fabrizio Frosini è un’opera composita, che si distingue dalle altre sia per il considerevole numero di componimenti presenti, sia per gli interessanti approfondimenti che aprono il lavoro. In particolare, nella nota introduttiva La poesia giapponese a cura dello stesso autore, questi propone al lettore un excursus storico sulle principali forme poetiche giapponesi dal VI secolo ai giorni nostri, unitamente ad una sintetica ma esaustiva disamina dei caratteri – sia formali che sostanziali – di haiku, senryū e tanka.
Caratteri dominanti dei componimenti in forma haiku sono la delicatezza delle immagini proposte (shiori しをり) e la levità del sentimento (karumi 軽み) che traspare dai versi, i quali si legano tra loro, in prevalenza, secondo una toriawase 取り合わせ resa nella forma armonizzante della torihayasi 取はやし:
“vedo la barca
issare vele bianche –
ciliegi in fiore”
L’eterno e il contingente (fueki ryūkō 不易流行) si fondono armoniosamente, contribuendo a definire uno stile poetico aperto e consapevole, saldamente ancorato al dato naturalistico (shizen 自然) ma attento, al contempo, alla dimensione umana del mondo, al qui e ora dello haijin che, divenendo un tutt’uno con l’oggetto del suo poetare, è in grado di cogliere il soffio vitale di ogni elemento, maturando così la sua innata capacità di lasciarsi “attraversare dalle cose del mondo” (mono no aware 物の哀れ).
Dalla lettura dei vari componimenti emerge con nitore quella «bellezza austera, da assaporare nella calma» (Tollini) che, di fatto, tratteggia un altro principio cardine dell’estetica haikai, ossia il wabi 侘. Questa calma – forma viva di quell’allontanamento dal mondano visto in precedenza e che prende il nome di rizoku – si propaga fino al lettore, permettendogli di fare esperienza della profondità e mistero (yūgen 幽玄) che circonda ogni sillaba dello haiku, ogni sua oscillazione nel senso che inesorabilmente si spegne nel vuoto (ma 間).
Estremamente apprezzabile come il Frosini dimostri di aver compreso la natura e gli scopi del genere senryū 川柳, che non è un mero haiku privo di kigo 季語, ma un genere completamente diverso, con una propria dignità letteraria e caratterizzato da una sagace penetrazione nell’animo umano, talvolta ironica e talaltra profondamente sentimentale e, a tratti, commovente.
Nella sezione del libro dedicata al genere tanka 短歌, i moti d’animo del poeta, liberi di svilupparsi in maniera più esplicita, si legano pur sempre a un sentimento stagionale (kikan 季感) chiaro e mai pretestuoso, ma assumono, al contempo, una forma vivida e conclamata.
La vicinanza con temi e immagini propri della tradizione giapponese si conferma frutto di uno studio attento e paziente dei classici, pur senza rinnegare la dimensione presente vissuta dall’autore:
“il moscone mi
ruota stretto intorno:
forse un segno
di primavera per lui –
o dell’inverno per me?”
Utile e ben strutturato, in chiusura d’opera, il Glossario dei termini, delle opere e degli autori citati nell’Introduzione, cui fa seguito un breve quiz elaborato dallo stesso autore (che, in nota, lo definisce un semplice divertissement) per meglio far comprendere le differenze tra haiku e senryū.
Nel mare magnum di pubblicazioni in lingua italiana dedicate alla poesia giapponese spesso prive di reali spunti di riflessione, questo libro non deluderà le aspettative del lettore più attento ed esigente.
(Luca Cenisi)
'Karumi' di Fabrizio Frosini è un’opera composita, che si distingue dalle altre sia per il considerevole numero di componimenti presenti, sia per gli interessanti approfondimenti che aprono il lavoro. In particolare, nella nota introduttiva La poesia giapponese a cura dello stesso autore, questi propone al lettore un excursus storico sulle principali forme poetiche giapponesi dal VI secolo ai giorni nostri, unitamente ad una sintetica ma esaustiva disamina dei caratteri – sia formali che sostanziali – di haiku, senryū e tanka.
Caratteri dominanti dei componimenti in forma haiku sono la delicatezza delle immagini proposte (shiori しをり) e la levità del sentimento (karumi 軽み) che traspare dai versi, i quali si legano tra loro, in prevalenza, secondo una toriawase 取り合わせ resa nella forma armonizzante della torihayasi 取はやし:
“vedo la barca
issare vele bianche –
ciliegi in fiore”
L’eterno e il contingente (fueki ryūkō 不易流行) si fondono armoniosamente, contribuendo a definire uno stile poetico aperto e consapevole, saldamente ancorato al dato naturalistico (shizen 自然) ma attento, al contempo, alla dimensione umana del mondo, al qui e ora dello haijin che, divenendo un tutt’uno con l’oggetto del suo poetare, è in grado di cogliere il soffio vitale di ogni elemento, maturando così la sua innata capacità di lasciarsi “attraversare dalle cose del mondo” (mono no aware 物の哀れ).
Dalla lettura dei vari componimenti emerge con nitore quella «bellezza austera, da assaporare nella calma» (Tollini) che, di fatto, tratteggia un altro principio cardine dell’estetica haikai, ossia il wabi 侘. Questa calma – forma viva di quell’allontanamento dal mondano visto in precedenza e che prende il nome di rizoku – si propaga fino al lettore, permettendogli di fare esperienza della profondità e mistero (yūgen 幽玄) che circonda ogni sillaba dello haiku, ogni sua oscillazione nel senso che inesorabilmente si spegne nel vuoto (ma 間).
Estremamente apprezzabile come il Frosini dimostri di aver compreso la natura e gli scopi del genere senryū 川柳, che non è un mero haiku privo di kigo 季語, ma un genere completamente diverso, con una propria dignità letteraria e caratterizzato da una sagace penetrazione nell’animo umano, talvolta ironica e talaltra profondamente sentimentale e, a tratti, commovente.
Nella sezione del libro dedicata al genere tanka 短歌, i moti d’animo del poeta, liberi di svilupparsi in maniera più esplicita, si legano pur sempre a un sentimento stagionale (kikan 季感) chiaro e mai pretestuoso, ma assumono, al contempo, una forma vivida e conclamata.
La vicinanza con temi e immagini propri della tradizione giapponese si conferma frutto di uno studio attento e paziente dei classici, pur senza rinnegare la dimensione presente vissuta dall’autore:
“il moscone mi
ruota stretto intorno:
forse un segno
di primavera per lui –
o dell’inverno per me?”
Utile e ben strutturato, in chiusura d’opera, il Glossario dei termini, delle opere e degli autori citati nell’Introduzione, cui fa seguito un breve quiz elaborato dallo stesso autore (che, in nota, lo definisce un semplice divertissement) per meglio far comprendere le differenze tra haiku e senryū.
Nel mare magnum di pubblicazioni in lingua italiana dedicate alla poesia giapponese spesso prive di reali spunti di riflessione, questo libro non deluderà le aspettative del lettore più attento ed esigente.
(Luca Cenisi)