Author: | Salvatore Fazia | ISBN: | 9788884496911 |
Publisher: | Editrice Veneta | Publication: | September 4, 2014 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Salvatore Fazia |
ISBN: | 9788884496911 |
Publisher: | Editrice Veneta |
Publication: | September 4, 2014 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
Nella prefazione di “Contemporanea”,
si legge la preoccupazione che nel
rapporto con l’arte “non bisogna più lottare
per la libertà di espressione bisogna, invece,
lottare per la libertà di percezione”,
nel senso che ormai sempre più la percezione
viene “anticipata e neutralizzata da
quell’azione mediatica” definita “industrializzazione
dei modi della visione”. In parole più semplici,
sembra quasi ad ogni evento artistico il pubblico o il critico
vada ad assistervi sapendo già quello che ne deve pensare.
Ma è davvero così, o meglio, deve per forza essere così o il
nostro “diritto” a vedere, analizzare e decidere che cosa pensare
di una mostra o di una qualunque altra forma d’arte è
comunque salvo? Fazìa si avventura nel complesso tema con
questo libro suddiviso in tre grandi capitoli tematici, il primo
“Paul Virilio o della percezione”, il secondo “A. Bonito Oliva,
F. Bonami o della descrizione”, il terzo “Arthur Danto o della
definizione”, che ci accompagna nel gioco di “far tutto da
soli” con l’opera d’arte, senza che qualcuno ci dica che cosa
pensarne, come se “al cinema ci rivelassero, subito entrando,
l’assassino e il finale di trama”.
Il libro nasce da questo, discute di questo e come tutti i
libri di Fazìa è complesso, non facile, pieno di pagine e di
parole, con la copertina blu, le scritte bianche e la macchia
rossa, marchio di fabbrica e garanzia di qualità.
Nella prefazione di “Contemporanea”,
si legge la preoccupazione che nel
rapporto con l’arte “non bisogna più lottare
per la libertà di espressione bisogna, invece,
lottare per la libertà di percezione”,
nel senso che ormai sempre più la percezione
viene “anticipata e neutralizzata da
quell’azione mediatica” definita “industrializzazione
dei modi della visione”. In parole più semplici,
sembra quasi ad ogni evento artistico il pubblico o il critico
vada ad assistervi sapendo già quello che ne deve pensare.
Ma è davvero così, o meglio, deve per forza essere così o il
nostro “diritto” a vedere, analizzare e decidere che cosa pensare
di una mostra o di una qualunque altra forma d’arte è
comunque salvo? Fazìa si avventura nel complesso tema con
questo libro suddiviso in tre grandi capitoli tematici, il primo
“Paul Virilio o della percezione”, il secondo “A. Bonito Oliva,
F. Bonami o della descrizione”, il terzo “Arthur Danto o della
definizione”, che ci accompagna nel gioco di “far tutto da
soli” con l’opera d’arte, senza che qualcuno ci dica che cosa
pensarne, come se “al cinema ci rivelassero, subito entrando,
l’assassino e il finale di trama”.
Il libro nasce da questo, discute di questo e come tutti i
libri di Fazìa è complesso, non facile, pieno di pagine e di
parole, con la copertina blu, le scritte bianche e la macchia
rossa, marchio di fabbrica e garanzia di qualità.