Venezia, 1940. I raggi dorati del sole si riflettono nelle acque della laguna. Angelina, una giovane donna, bellissima, cerca di farsi largo nella calca che si assiepa lungo i moli. Con passo incerto entra nel salone d’onore dell’albergo Danieli. Uno scrigno di sfarzosi arredi, marmi scintillanti, preziosi tessuti. La guerra, che sconvolge l’intera Europa, è lontana. Su un divano, stretta in un elegantissimo turbante, vestita di un tailleur di stoffa grigia, siede la più famosa diva del cinema italiano. Per la ragazza, appena arrivata dalla Bassa emiliana, è l’occasione di trasformare un sogno in realtà. Cambiare vita per sempre, lasciare una terra dura, tanto amata quanto parca d’amore e di speranze. Ma non sempre le cose vanno come ci si aspetta. Dopo aver calcato i palcoscenici dell’avanspettacolo, partecipato a concorsi di bellezza nella Milano della ricostruzione, posato per fotoromanzi di grido, Angiolina è rimasta sola. È ancora molto affascinante, nonostante l’età, quando, nella penombra del suo appartamento, riceve una visita inaspettata. Negli occhi di Nara, la donna che ha bussato alla sua porta, c’è tutto quanto Angiolina ha cercato di dimenticare. Ma c’è anche tutto quanto vale la pena di ricordare. È così che, tornata alla sua terra, si trova a presiedere una bizzarra comunità, fortunosamente accampata in un monastero sconsacrato. Una comunità in cui le differenze non contano e l’umanità viene prima di ogni altra cosa. Dove il calore di un pasto condiviso e di una conversazione offrono consolazione a chi, nel vortice del mondo, si è perso. O si è solo fatto trascinare. In questo «monastero delle Consolatrici» c’è ancora tempo per l’uomo. E anche per l’amore, per far pace con il proprio passato e per guardare con speranza al futuro. Opera postuma di Giuseppe Pederiali, Il monastero delle Consolatrici raccoglie l’eredità dei suoi romanzi più amati. Romanzi in cui, con gioia di raccontare, ironia e delicatezza, fa rivivere la storia di un’Italia fatta di aneddoti e di favole, di schiettezze giocose e di sogni d’amore. Storie affascinanti e senza tempo di uomini e donne che non si arrendono al destino, ma che del destino sono artefici.
Venezia, 1940. I raggi dorati del sole si riflettono nelle acque della laguna. Angelina, una giovane donna, bellissima, cerca di farsi largo nella calca che si assiepa lungo i moli. Con passo incerto entra nel salone d’onore dell’albergo Danieli. Uno scrigno di sfarzosi arredi, marmi scintillanti, preziosi tessuti. La guerra, che sconvolge l’intera Europa, è lontana. Su un divano, stretta in un elegantissimo turbante, vestita di un tailleur di stoffa grigia, siede la più famosa diva del cinema italiano. Per la ragazza, appena arrivata dalla Bassa emiliana, è l’occasione di trasformare un sogno in realtà. Cambiare vita per sempre, lasciare una terra dura, tanto amata quanto parca d’amore e di speranze. Ma non sempre le cose vanno come ci si aspetta. Dopo aver calcato i palcoscenici dell’avanspettacolo, partecipato a concorsi di bellezza nella Milano della ricostruzione, posato per fotoromanzi di grido, Angiolina è rimasta sola. È ancora molto affascinante, nonostante l’età, quando, nella penombra del suo appartamento, riceve una visita inaspettata. Negli occhi di Nara, la donna che ha bussato alla sua porta, c’è tutto quanto Angiolina ha cercato di dimenticare. Ma c’è anche tutto quanto vale la pena di ricordare. È così che, tornata alla sua terra, si trova a presiedere una bizzarra comunità, fortunosamente accampata in un monastero sconsacrato. Una comunità in cui le differenze non contano e l’umanità viene prima di ogni altra cosa. Dove il calore di un pasto condiviso e di una conversazione offrono consolazione a chi, nel vortice del mondo, si è perso. O si è solo fatto trascinare. In questo «monastero delle Consolatrici» c’è ancora tempo per l’uomo. E anche per l’amore, per far pace con il proprio passato e per guardare con speranza al futuro. Opera postuma di Giuseppe Pederiali, Il monastero delle Consolatrici raccoglie l’eredità dei suoi romanzi più amati. Romanzi in cui, con gioia di raccontare, ironia e delicatezza, fa rivivere la storia di un’Italia fatta di aneddoti e di favole, di schiettezze giocose e di sogni d’amore. Storie affascinanti e senza tempo di uomini e donne che non si arrendono al destino, ma che del destino sono artefici.