Author: | Adriano V. Autino | ISBN: | 9781370200658 |
Publisher: | Adriano V. Autino | Publication: | March 18, 2017 |
Imprint: | Smashwords Edition | Language: | Italian |
Author: | Adriano V. Autino |
ISBN: | 9781370200658 |
Publisher: | Adriano V. Autino |
Publication: | March 18, 2017 |
Imprint: | Smashwords Edition |
Language: | Italian |
Un mondo più grande è possibile! L’espansione della civiltà oltre i limiti del nostro pianeta madre è la questione morale del nostro tempo.
Questo libro rappresenta la riflessione dell’autore sullo stato della civiltà, su alcuni futuri possibili e sulle profonde implicazioni morali delle grandi scelte di indirizzo che la civiltà si trova ad adottare, molto spesso guidata dall’evolversi più o meno casuale dei rapporti sociali ed internazionali, più che da scelte ragionate e motivate. Vi è una grande differenza, tra Stati Uniti ed Europa, nella considerazione dello spazio, oltre i confini dell’atmosfera terrestre, come area di possibile espansione. Tuttavia, persino negli Stati Uniti, dove questa discussione è di gran lunga più avanzata, si fa fatica a superare il vecchio paradigma dell’esplorazione spaziale fine a se stessa, che ha caratterizzato la strategia dell’agenzia spaziale più grande ed avanzata del mondo, la NASA. Al punto che persino la NASA si è trovata spesso a doversi reinventare strategie di comunicazione, finalizzate a non farsi mancare il denaro pubblico necessario alla propria sopravvivenza. Personalmente, prima di comprendere i meccanismi che per tanto tempo hanno determinato tale stato di cose, sono sempre rimasto sbigottito e senza parole di fronte a queste manifestazioni di quella che ritenevo inconsistenza culturale. Perché non dichiarare finalmente che, se non si espanderà nello spazio entro questo secolo, la nostra civiltà può considerarsi prematuramente finita? Perché non riconoscere che l’espansione oltre i limiti del nostro mondo natale è una necessità assoluta e vitale, per una civiltà che si avvicina a superare gli otto miliardi di individui? Le molteplici ragioni di tale schizofrenia, di questo non accettare la propria missione principe, da parte delle agenzie, sono politiche, economiche, militari. Ed anche filosofiche, profondamente radicate in quello che chiamo paradigma pre-copernicano del mondo chiuso. Mi sono poi diventate tutte chiare, grazie ad un paziente lavoro di informazione e di discussione con altri entusiasti spaziali, grazie a quella grande risorsa sviluppatasi negli ultimi vent’anni: la rete globale. Ma lo scopo di questo lavoro non è tanto quello di denunciare pedissequamente le responsabilità di un pur deprecabilissimo ritardo, bensì quello, ben più importante, di mettere insieme, in modo coerente ed integrato, le ragioni profondamente morali di una strategia finalmente e maturamente espansionista.
Un mondo più grande è possibile! L’espansione della civiltà oltre i limiti del nostro pianeta madre è la questione morale del nostro tempo.
Questo libro rappresenta la riflessione dell’autore sullo stato della civiltà, su alcuni futuri possibili e sulle profonde implicazioni morali delle grandi scelte di indirizzo che la civiltà si trova ad adottare, molto spesso guidata dall’evolversi più o meno casuale dei rapporti sociali ed internazionali, più che da scelte ragionate e motivate. Vi è una grande differenza, tra Stati Uniti ed Europa, nella considerazione dello spazio, oltre i confini dell’atmosfera terrestre, come area di possibile espansione. Tuttavia, persino negli Stati Uniti, dove questa discussione è di gran lunga più avanzata, si fa fatica a superare il vecchio paradigma dell’esplorazione spaziale fine a se stessa, che ha caratterizzato la strategia dell’agenzia spaziale più grande ed avanzata del mondo, la NASA. Al punto che persino la NASA si è trovata spesso a doversi reinventare strategie di comunicazione, finalizzate a non farsi mancare il denaro pubblico necessario alla propria sopravvivenza. Personalmente, prima di comprendere i meccanismi che per tanto tempo hanno determinato tale stato di cose, sono sempre rimasto sbigottito e senza parole di fronte a queste manifestazioni di quella che ritenevo inconsistenza culturale. Perché non dichiarare finalmente che, se non si espanderà nello spazio entro questo secolo, la nostra civiltà può considerarsi prematuramente finita? Perché non riconoscere che l’espansione oltre i limiti del nostro mondo natale è una necessità assoluta e vitale, per una civiltà che si avvicina a superare gli otto miliardi di individui? Le molteplici ragioni di tale schizofrenia, di questo non accettare la propria missione principe, da parte delle agenzie, sono politiche, economiche, militari. Ed anche filosofiche, profondamente radicate in quello che chiamo paradigma pre-copernicano del mondo chiuso. Mi sono poi diventate tutte chiare, grazie ad un paziente lavoro di informazione e di discussione con altri entusiasti spaziali, grazie a quella grande risorsa sviluppatasi negli ultimi vent’anni: la rete globale. Ma lo scopo di questo lavoro non è tanto quello di denunciare pedissequamente le responsabilità di un pur deprecabilissimo ritardo, bensì quello, ben più importante, di mettere insieme, in modo coerente ed integrato, le ragioni profondamente morali di una strategia finalmente e maturamente espansionista.