Storia della fusion

Dai Wheather Report agli Snarky Puppy: guida ragionata a una musica inqualificabile

Nonfiction, Entertainment, Music, Reference, General Reference
Cover of the book Storia della fusion by Vincenzo Martorella, Arcana
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Author: Vincenzo Martorella ISBN: 9788862318174
Publisher: Arcana Publication: February 9, 2017
Imprint: Arcana Language: Italian
Author: Vincenzo Martorella
ISBN: 9788862318174
Publisher: Arcana
Publication: February 9, 2017
Imprint: Arcana
Language: Italian

Torna finalmente in libreria, in una nuova edizione arricchita da una lungo saggio, un libro che mai ha smesso di essere cercato dagli appassionati durante i quindici anni in cui è stato fuori catalogo. Piccolo classico di una nuova musicologia applicata, Storia della Fusion ha, per primo nel mondo, inaugurato il versante di indagine su una musica all’epoca ritenuta degenerata rispetto ai sacri canoni del jazz. La fusion, infatti, fin dal suo apparire si è posta come musica inqualificabile: difficile definirla, ancor più complesso sistemarla in un quadro organico capace di tracciarne le coordinate stilistiche, i multipli incroci, le derive estetiche. Sfuggente eppure apparentemente così chiara, la fusion ha subìto un processo evolutivo innegabile, ritagliandosi uno spazio autonomo i cui confini affacciano da una parte sul puro intrattenimento, dall’altra su un’idea di contaminazione affatto originale. Disprezzata dai jazzofili più rigorosi, sottovalutata dal pubblico del rock, ha in realtà costituito un momento importante nell’esperienza centennale del jazz, nel tentativo, a volte meravigliosamente riuscito, di attivare differenti orizzonti espressivi. Nella prima edizione si tentava una ricognizione rigorosa e puntuale del fenomeno, partendo dalle origini, esaminando la produzione degli artisti più significativi (Weather Report, Steps Ahead, Yellowjackets, Pat Metheny), di quelli meno noti, allargando l’indagine ai linguaggi, e ai dialetti, della musica del villaggio globale. A diciassette anni di distanza, l’autore riconsidera le premesse e le conclusioni, correggendo alcune prospettive distorte dalla troppa vicinanza storica all’oggetto di analisi, modificando alcune conclusioni e dando, in definitiva, una ancor più nuova e sorprendente lettura del fenomeno.

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Torna finalmente in libreria, in una nuova edizione arricchita da una lungo saggio, un libro che mai ha smesso di essere cercato dagli appassionati durante i quindici anni in cui è stato fuori catalogo. Piccolo classico di una nuova musicologia applicata, Storia della Fusion ha, per primo nel mondo, inaugurato il versante di indagine su una musica all’epoca ritenuta degenerata rispetto ai sacri canoni del jazz. La fusion, infatti, fin dal suo apparire si è posta come musica inqualificabile: difficile definirla, ancor più complesso sistemarla in un quadro organico capace di tracciarne le coordinate stilistiche, i multipli incroci, le derive estetiche. Sfuggente eppure apparentemente così chiara, la fusion ha subìto un processo evolutivo innegabile, ritagliandosi uno spazio autonomo i cui confini affacciano da una parte sul puro intrattenimento, dall’altra su un’idea di contaminazione affatto originale. Disprezzata dai jazzofili più rigorosi, sottovalutata dal pubblico del rock, ha in realtà costituito un momento importante nell’esperienza centennale del jazz, nel tentativo, a volte meravigliosamente riuscito, di attivare differenti orizzonti espressivi. Nella prima edizione si tentava una ricognizione rigorosa e puntuale del fenomeno, partendo dalle origini, esaminando la produzione degli artisti più significativi (Weather Report, Steps Ahead, Yellowjackets, Pat Metheny), di quelli meno noti, allargando l’indagine ai linguaggi, e ai dialetti, della musica del villaggio globale. A diciassette anni di distanza, l’autore riconsidera le premesse e le conclusioni, correggendo alcune prospettive distorte dalla troppa vicinanza storica all’oggetto di analisi, modificando alcune conclusioni e dando, in definitiva, una ancor più nuova e sorprendente lettura del fenomeno.

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