Author: | Alessandro Zignani | ISBN: | 9788895840536 |
Publisher: | Florestano Edizioni | Publication: | February 17, 2011 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Alessandro Zignani |
ISBN: | 9788895840536 |
Publisher: | Florestano Edizioni |
Publication: | February 17, 2011 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
Sebastiano perde il padre, colpito da ictus: la morte ideale per un uomo che non ha mai avuto il coraggio di morire. La figura del padre ha dominato l’infanzia di Sebastiano. La soffitta in cui veniva rinchiuso occupa un posto importante nei suoi incubi notturni. È lì che ha imparato ad osservare le prospettive: i riflessi del sole attraverso il lucernario. Storico dell’arte, esperto di Rembrandt e Caravaggio, viene assunto all’Istituto d’Arte di Eliopoli: cittadina del Sud dove Ario II e i suoi Esseni hanno creato, in età prerinascimentale, una sorta di contro-Sacro Romano Impero. La città è impregnata di atmosfera pagana: riti e cerimoniali ipnotici per un uomo come Sebastiano, cresciuto all’ombra di un’ipersensibilità così violenta da costringerlo alla solitudine. Ad Eliopoli, conosce Matteo ed Irene: i suoi allievi più brillanti. Matteo, in particolare, col suo fascino muove e guida chi gli sta intorno come su di un’immaginaria scacchiera. Sebastiano ha imparato a giocare a scacchi da piccolo. Glielo ha insegnato il signor Ammirati; chiuso, nella casa dirimpetto, in un’eterna, immutabile vecchiezza. Gli scacchi sono diventati, per il piccolo Sebastiano, un’allegoria della sua ansia di libertà dal padre. Matteo ed Irene lo fanno entrare in una comunità di intellettuali il cui intento è restaurare la sapienza dimenticata di Ario II. Castel Battista, con le sue cosmologie di pietra, è il luogo dove, il giorno in cui il sole si ferma nel punto più alto del cielo, questi pellegrini dell’insolito celebrano un rito antico. Sebastiano, a poco a poco, viene introdotto ai preparativi del rito; ma quando, ignoto a tutti, capiterà, osservatore imprevisto, a Castel Battista, scoprirà che tutto era stato preparato per lui: meticolosamente, con la stessa ossessività con cui suo padre lo puniva. E che quell’ultima partita a scacchi con il vecchio Ammirati, per lui, non è mai finita.
Sebastiano perde il padre, colpito da ictus: la morte ideale per un uomo che non ha mai avuto il coraggio di morire. La figura del padre ha dominato l’infanzia di Sebastiano. La soffitta in cui veniva rinchiuso occupa un posto importante nei suoi incubi notturni. È lì che ha imparato ad osservare le prospettive: i riflessi del sole attraverso il lucernario. Storico dell’arte, esperto di Rembrandt e Caravaggio, viene assunto all’Istituto d’Arte di Eliopoli: cittadina del Sud dove Ario II e i suoi Esseni hanno creato, in età prerinascimentale, una sorta di contro-Sacro Romano Impero. La città è impregnata di atmosfera pagana: riti e cerimoniali ipnotici per un uomo come Sebastiano, cresciuto all’ombra di un’ipersensibilità così violenta da costringerlo alla solitudine. Ad Eliopoli, conosce Matteo ed Irene: i suoi allievi più brillanti. Matteo, in particolare, col suo fascino muove e guida chi gli sta intorno come su di un’immaginaria scacchiera. Sebastiano ha imparato a giocare a scacchi da piccolo. Glielo ha insegnato il signor Ammirati; chiuso, nella casa dirimpetto, in un’eterna, immutabile vecchiezza. Gli scacchi sono diventati, per il piccolo Sebastiano, un’allegoria della sua ansia di libertà dal padre. Matteo ed Irene lo fanno entrare in una comunità di intellettuali il cui intento è restaurare la sapienza dimenticata di Ario II. Castel Battista, con le sue cosmologie di pietra, è il luogo dove, il giorno in cui il sole si ferma nel punto più alto del cielo, questi pellegrini dell’insolito celebrano un rito antico. Sebastiano, a poco a poco, viene introdotto ai preparativi del rito; ma quando, ignoto a tutti, capiterà, osservatore imprevisto, a Castel Battista, scoprirà che tutto era stato preparato per lui: meticolosamente, con la stessa ossessività con cui suo padre lo puniva. E che quell’ultima partita a scacchi con il vecchio Ammirati, per lui, non è mai finita.