Author: | Annalisa Avon | ISBN: | 9788822860668 |
Publisher: | Annalisa Avon | Publication: | May 13, 2017 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Annalisa Avon |
ISBN: | 9788822860668 |
Publisher: | Annalisa Avon |
Publication: | May 13, 2017 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
Il libro è il risultato di una ricerca durata all’incirca vent’anni, condotta in Francia, Italia, Stati Uniti e Canada (Montréal), in archivi e biblioteche. Come suggerito dal titolo, il libro tratta delle relazioni che, in merito all’architettura, ebbero luogo tra Italia e Francia nel corso del Seicento. Per la pittura o per la scultura, il tema non è nuovo. Per l’architettura, al contrario, il soggetto di ricerca è originale, poiché scambi, influssi e imprestiti reciproci hanno sempre occupato al massimo qualche pagina delle storie dell’architettura o delle monografie sugli architetti francesi. Il libro non pretende di dare al problema una trattazione sistematica, e si concentra su alcuni episodi ritenuti rilevanti: si tratti della polemica sorta intorno alla costruzione di un edificio, dell’inventario della biblioteca di un architetto, dell’edizione e della fortuna di un trattato, della carriera di qualche italiano in Francia e di qualche francese a Roma (non tutti architetti, questi ultimi, ma personaggi chiave nel dipanarsi del libro). Ricorrono i nomi di Jacques Le Mercier, Etienne Martellange, Roland Fréart de Chambray e Paul Fréart de Chantelou, François Sublet des Noyers, Charles Errard e, non ultimo, di Antonio Barberini, il cardinale nipote di Urbano VIII, coinvolto in un affaire architettonico durante la sua lunga, anche se discontinua, presenza a Parigi. Inediti documenti d’archivio e nuove interpretazioni di quanto già noto riportano l’attenzione agli anni che precedono la soluzione istituzionale del voyage d’Italie e la fondazione dell’Accademia di Francia a Roma, sul finire del Seicento, indi la definizione della grandeur e le declinazioni tutte nazionali, francesi, del linguaggio classico dell’architettura.
Il libro è il risultato di una ricerca durata all’incirca vent’anni, condotta in Francia, Italia, Stati Uniti e Canada (Montréal), in archivi e biblioteche. Come suggerito dal titolo, il libro tratta delle relazioni che, in merito all’architettura, ebbero luogo tra Italia e Francia nel corso del Seicento. Per la pittura o per la scultura, il tema non è nuovo. Per l’architettura, al contrario, il soggetto di ricerca è originale, poiché scambi, influssi e imprestiti reciproci hanno sempre occupato al massimo qualche pagina delle storie dell’architettura o delle monografie sugli architetti francesi. Il libro non pretende di dare al problema una trattazione sistematica, e si concentra su alcuni episodi ritenuti rilevanti: si tratti della polemica sorta intorno alla costruzione di un edificio, dell’inventario della biblioteca di un architetto, dell’edizione e della fortuna di un trattato, della carriera di qualche italiano in Francia e di qualche francese a Roma (non tutti architetti, questi ultimi, ma personaggi chiave nel dipanarsi del libro). Ricorrono i nomi di Jacques Le Mercier, Etienne Martellange, Roland Fréart de Chambray e Paul Fréart de Chantelou, François Sublet des Noyers, Charles Errard e, non ultimo, di Antonio Barberini, il cardinale nipote di Urbano VIII, coinvolto in un affaire architettonico durante la sua lunga, anche se discontinua, presenza a Parigi. Inediti documenti d’archivio e nuove interpretazioni di quanto già noto riportano l’attenzione agli anni che precedono la soluzione istituzionale del voyage d’Italie e la fondazione dell’Accademia di Francia a Roma, sul finire del Seicento, indi la definizione della grandeur e le declinazioni tutte nazionali, francesi, del linguaggio classico dell’architettura.