Predica sul dormire in chiesa

A cura di Adriano Zanacchi

Nonfiction, Religion & Spirituality, New Age
Cover of the book Predica sul dormire in chiesa by Jonathan Swift, EDB - Edizioni Dehoniane Bologna
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Author: Jonathan Swift ISBN: 9788810962091
Publisher: EDB - Edizioni Dehoniane Bologna Publication: June 27, 2016
Imprint: EDB - Edizioni Dehoniane Bologna Language: Italian
Author: Jonathan Swift
ISBN: 9788810962091
Publisher: EDB - Edizioni Dehoniane Bologna
Publication: June 27, 2016
Imprint: EDB - Edizioni Dehoniane Bologna
Language: Italian

Il curioso sermone è stato pronunciato in data imprecisata e pubblicato nel 1776 dallo scrittore e poeta irlandese Jonathan Swift (1667-1745), che fu anche pastore anglicano e decano della cattedrale di St. Patrick a Dublino, ma è universalmente noto per i Viaggi di Gulliver, il suo capolavoro. Si tratta di un insolito testo in cui l’autore affronta il tema della predicazione lanciando, in primoluogo, un aspro e polemico atto d’accusa nei confronti della diffusa indifferenza per il culto e per la religiosità del suo tempo. Swift se la prende con quanti accampano ogni genere di scuse per non andare a messa, dai malanni immaginari all’aria malsana delle chiese, o antepongono la cura degli affari a quella dell’anima; e con quanti preferiscono restare a casa la domenica, non solo per pigrizia o per abbandonarsi all’ingordigia e all’ozio, ma per un radicale disprezzo nei confronti della religione. Siamo di fronte allo sfogo di un prete anglicano evidentemente deluso per la vita del suo tempo e deciso a rivolgere un attacco diretto alle prediche soporifere.

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Il curioso sermone è stato pronunciato in data imprecisata e pubblicato nel 1776 dallo scrittore e poeta irlandese Jonathan Swift (1667-1745), che fu anche pastore anglicano e decano della cattedrale di St. Patrick a Dublino, ma è universalmente noto per i Viaggi di Gulliver, il suo capolavoro. Si tratta di un insolito testo in cui l’autore affronta il tema della predicazione lanciando, in primoluogo, un aspro e polemico atto d’accusa nei confronti della diffusa indifferenza per il culto e per la religiosità del suo tempo. Swift se la prende con quanti accampano ogni genere di scuse per non andare a messa, dai malanni immaginari all’aria malsana delle chiese, o antepongono la cura degli affari a quella dell’anima; e con quanti preferiscono restare a casa la domenica, non solo per pigrizia o per abbandonarsi all’ingordigia e all’ozio, ma per un radicale disprezzo nei confronti della religione. Siamo di fronte allo sfogo di un prete anglicano evidentemente deluso per la vita del suo tempo e deciso a rivolgere un attacco diretto alle prediche soporifere.

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