Percorsi Erotici

i piaceri di Rebecca

Romance, Erotica
Cover of the book Percorsi Erotici by Patrizia Rossi, Borelli Editore
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Author: Patrizia Rossi ISBN: 9788886721899
Publisher: Borelli Editore Publication: February 5, 2015
Imprint: Language: Italian
Author: Patrizia Rossi
ISBN: 9788886721899
Publisher: Borelli Editore
Publication: February 5, 2015
Imprint:
Language: Italian

Patrizia Rossi
PERCORSI EROTICI ** **i piaceri di Rebecca

 Rebecca chiuse il libro delle Effemeridi e spense il computer.
 Le pareva di impazzire. Masturbarsi, anziché calmare il desiderio, l’aveva aumentato ancora di più. “Fammelo almeno succhiare”, lo implorò lei. Dan scosse la testa mentre con la mano ferma aveva impugnato il membro e lo muoveva su e giù con colpi regolari. L’uccello vibrava e Rebecca fissava quasi ipnotizzata quella mano che lo muoveva sempre più rapidamente, finché un getto bianco annunciò che Dan aveva goduto. Ansimava appena. Senza degnarla di uno guardò, si allontanò di pochi passi e poco dopo si riavvicinò, afferrò la lampada e si allontanò, lasciandola nel buio più completo. “Dan!” gridò, alzandosi di scatto. Fece un tentativo di corrergli dietro, di raggiungerlo, di chiedere spiegazioni per quello strano comportamento, ma il buio le faceva troppa paura. Si rivestì lentamente e si mise a sedere sotto l’albero, nell’assurda speranza che Dan tornasse, parlasse, facesse capire il perchè di quello strano comportamento. Aveva avuto tanti uomini nella sua vita, alcuni, come peraltro lo stesso Luca, un po' folli, ma nessuno aveva quella forza che la rapiva e la dominava. Non sapeva nulla di lui, la sua vita e il suo modo di essere erano avvolti nel più fitto mistero, ma con altrettanta chiarezza sapeva che quell’uomo la voleva, ma la voleva profondamente diversa da come lei sentiva di essere. Si alzò a fatica, l’umidità stava penetrandole nelle ossa, ormai, e Dan non sarebbe più tornato. Lentamente rientrò in camera, si spogliò e si stese a dormire.
     Si svegliò la mattina seguente con un mal di testa terribile. Si sentiva spossata e fece sapere che per quella mattina non avrebbe partecipato agli incontri. Luca non si fece vivo e lei non scese nemmeno a pranzo. Mentre, stesa sul letto, restava in un dormiveglia confuso, un rumore la fece sobbalzare. Dopo la scena della notte precedente era ormai convinta che non lo avrebbe più rivisto. Girò la chiave rapidamente. L’uomo, vestito come la sera prima, si stagliò nella cornice della porta e finalmente Rebecca poté contemplarlo alla luce del giorno. Dimostrava più di trent’anni, il viso era leggermente pallido, con i lineamenti nobili, il naso dritto, greco, e la bocca dalla piega sensuale. Soprattutto in quel viso spiccavano gli occhi, quelli che avevano attratto e perseguitato Rebecca. Lei si fece coraggio e chiese: “posso sapere qualcosa di te?”.
Dan questa volta sorrise, e Rebecca si sentì sciogliere dalla felicità. “Forse un po' te lo devo. Ma non ti dirò tutto. “Anche tu ti occupi di astrologia?”. Alla domanda diretta Dan non rispose e proseguì il racconto. “Ti ho vista arrivare con quel ragazzo, ma non credere che me ne freghi niente, tu puoi scopare con chi vuoi e ho deciso che poteva valere la pena per così dire procedere” “Procedere a cosa?”.  Ho deciso che potevo farti sentire il mio attributo dove lo desideri da un po’…   

         
ebook Borelli editore        

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PERCORSI EROTICI ** **i piaceri di Rebecca

 Rebecca chiuse il libro delle Effemeridi e spense il computer.
 Le pareva di impazzire. Masturbarsi, anziché calmare il desiderio, l’aveva aumentato ancora di più. “Fammelo almeno succhiare”, lo implorò lei. Dan scosse la testa mentre con la mano ferma aveva impugnato il membro e lo muoveva su e giù con colpi regolari. L’uccello vibrava e Rebecca fissava quasi ipnotizzata quella mano che lo muoveva sempre più rapidamente, finché un getto bianco annunciò che Dan aveva goduto. Ansimava appena. Senza degnarla di uno guardò, si allontanò di pochi passi e poco dopo si riavvicinò, afferrò la lampada e si allontanò, lasciandola nel buio più completo. “Dan!” gridò, alzandosi di scatto. Fece un tentativo di corrergli dietro, di raggiungerlo, di chiedere spiegazioni per quello strano comportamento, ma il buio le faceva troppa paura. Si rivestì lentamente e si mise a sedere sotto l’albero, nell’assurda speranza che Dan tornasse, parlasse, facesse capire il perchè di quello strano comportamento. Aveva avuto tanti uomini nella sua vita, alcuni, come peraltro lo stesso Luca, un po' folli, ma nessuno aveva quella forza che la rapiva e la dominava. Non sapeva nulla di lui, la sua vita e il suo modo di essere erano avvolti nel più fitto mistero, ma con altrettanta chiarezza sapeva che quell’uomo la voleva, ma la voleva profondamente diversa da come lei sentiva di essere. Si alzò a fatica, l’umidità stava penetrandole nelle ossa, ormai, e Dan non sarebbe più tornato. Lentamente rientrò in camera, si spogliò e si stese a dormire.
     Si svegliò la mattina seguente con un mal di testa terribile. Si sentiva spossata e fece sapere che per quella mattina non avrebbe partecipato agli incontri. Luca non si fece vivo e lei non scese nemmeno a pranzo. Mentre, stesa sul letto, restava in un dormiveglia confuso, un rumore la fece sobbalzare. Dopo la scena della notte precedente era ormai convinta che non lo avrebbe più rivisto. Girò la chiave rapidamente. L’uomo, vestito come la sera prima, si stagliò nella cornice della porta e finalmente Rebecca poté contemplarlo alla luce del giorno. Dimostrava più di trent’anni, il viso era leggermente pallido, con i lineamenti nobili, il naso dritto, greco, e la bocca dalla piega sensuale. Soprattutto in quel viso spiccavano gli occhi, quelli che avevano attratto e perseguitato Rebecca. Lei si fece coraggio e chiese: “posso sapere qualcosa di te?”.
Dan questa volta sorrise, e Rebecca si sentì sciogliere dalla felicità. “Forse un po' te lo devo. Ma non ti dirò tutto. “Anche tu ti occupi di astrologia?”. Alla domanda diretta Dan non rispose e proseguì il racconto. “Ti ho vista arrivare con quel ragazzo, ma non credere che me ne freghi niente, tu puoi scopare con chi vuoi e ho deciso che poteva valere la pena per così dire procedere” “Procedere a cosa?”.  Ho deciso che potevo farti sentire il mio attributo dove lo desideri da un po’…   

         
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