Author: | James St. James | ISBN: | 9788893885324 |
Publisher: | Baldini&Castoldi | Publication: | November 16, 2017 |
Imprint: | Baldini&Castoldi | Language: | Italian |
Author: | James St. James |
ISBN: | 9788893885324 |
Publisher: | Baldini&Castoldi |
Publication: | November 16, 2017 |
Imprint: | Baldini&Castoldi |
Language: | Italian |
Così come Andy Warhol aveva lasciato la natìa Pennsylvania per trasferirsi a Manhattan, il luogo dove tutto era possibile, lo stesso fece Michael Alig arrivato a New York nel 1984. Aveva diciotto anni ed era in fuga dal moralismo dell’Indiana. Alig inizia a frequentare la scena gay della Grande Mela e a lavorarvi, fino a organizzare insieme a James St. James – al tempo drag queen animatrice delle notti newyorkesi e autore di questo libro – i più grandi e sfrenati party della città. Il Limelight prese a riempirsi ogni settimana di tutta l’umanità più glamour, ormai orfana dello Studio 54, attirata lì dai club kids – un gruppo di personaggi fissi che frequentavano queste serate: la Superstar Dj Keoki, la Marilyn lisergica Amanda Lepore, Richie Rich, RuPaul ed Ernie Glam. Tra loro vi era Andre «Angel» Melendez, uno spacciatore portoricano che veniva calato con delle funi dall’alto fino al centro della pista a «salvare» la serata con le sue sostanze: soprattutto ecstasy e ketamina, al tempo non tabellate come droghe. Droga, sesso, musica: i party erano spinti all’eccesso, con secchi di sangue e bare di vetro che ospitavano ospiti «morti». Il successo dei club kids si propaga con gli Outlaw parties, che si tenevano nei posti più assurdi, dai McDonald’s alle lavanderie a gettoni, alle stazioni abbandonate della metropolitana. E poi il tonfo: Michael Alig uccide Angel, e con l’aiuto del coinquilino Robert Riggs gli inietta in vena l’Idraulico liquido, gli sega le gambe, per poi infilarlo in un sacco, caricarlo su un taxi e andarlo a gettare nel fiume Hudson. Fu un omicidio che segnò la fine di un mondo e James St. James lo racconta da maestro e protagonista. Party Monster nel 2003 è diventato un film interpretato da Macaulay Culkin, Seth Green, Chloë Sevigny, Marilyn Manson e diretto sa Fenton Bailey e Randy Barbato.
Così come Andy Warhol aveva lasciato la natìa Pennsylvania per trasferirsi a Manhattan, il luogo dove tutto era possibile, lo stesso fece Michael Alig arrivato a New York nel 1984. Aveva diciotto anni ed era in fuga dal moralismo dell’Indiana. Alig inizia a frequentare la scena gay della Grande Mela e a lavorarvi, fino a organizzare insieme a James St. James – al tempo drag queen animatrice delle notti newyorkesi e autore di questo libro – i più grandi e sfrenati party della città. Il Limelight prese a riempirsi ogni settimana di tutta l’umanità più glamour, ormai orfana dello Studio 54, attirata lì dai club kids – un gruppo di personaggi fissi che frequentavano queste serate: la Superstar Dj Keoki, la Marilyn lisergica Amanda Lepore, Richie Rich, RuPaul ed Ernie Glam. Tra loro vi era Andre «Angel» Melendez, uno spacciatore portoricano che veniva calato con delle funi dall’alto fino al centro della pista a «salvare» la serata con le sue sostanze: soprattutto ecstasy e ketamina, al tempo non tabellate come droghe. Droga, sesso, musica: i party erano spinti all’eccesso, con secchi di sangue e bare di vetro che ospitavano ospiti «morti». Il successo dei club kids si propaga con gli Outlaw parties, che si tenevano nei posti più assurdi, dai McDonald’s alle lavanderie a gettoni, alle stazioni abbandonate della metropolitana. E poi il tonfo: Michael Alig uccide Angel, e con l’aiuto del coinquilino Robert Riggs gli inietta in vena l’Idraulico liquido, gli sega le gambe, per poi infilarlo in un sacco, caricarlo su un taxi e andarlo a gettare nel fiume Hudson. Fu un omicidio che segnò la fine di un mondo e James St. James lo racconta da maestro e protagonista. Party Monster nel 2003 è diventato un film interpretato da Macaulay Culkin, Seth Green, Chloë Sevigny, Marilyn Manson e diretto sa Fenton Bailey e Randy Barbato.