Author: | Giorgio Nebbia, Luigi Piccioni | ISBN: | 9788899095031 |
Publisher: | Valori | Publication: | December 1, 2014 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Giorgio Nebbia, Luigi Piccioni |
ISBN: | 9788899095031 |
Publisher: | Valori |
Publication: | December 1, 2014 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
La raccolta di scritti di Giorgio Nebbia curata da Luigi Piccioni (“Natura e storia…. In coedizione tra Fondazione Luigi Micheletti e “Valori”…..inserire indicazioni e riferimenti completi….) copre una quantità di argomenti piuttosto impressionante entrando in rotta di collisione con le due opposte posizioni, in realtà complementari, che dominano il campo culturale in tema di ambiente (come di ogni altro settore minimamente rilevante in ambito scientifico): lo specialismo esasperato, la divulgazione giornalistica raffazzonata. Questa sorta di divisione del lavoro, esiziale per il progresso civile, è particolarmente radicata nel nostro Paese, riflettendo la tradizionale separazione e contrapposizione tra élite e popolo, detentori veri o presunti del potere e sapere e persone comuni, da mantenere in uno stato di minorità anche, e soprattutto, da quando è stata raggiunta la democrazia politica e l’accesso universale all’istruzione.
L’atteggiamento di Nebbia, a lungo professore di merceologia all’Università di Bari, è invece caratterizzato dalla disponibilità piena e coinvolgente per una divulgazione puntuale, ancorata ai fatti, comprensibile ma rigorosa e sistematica, di tutto ciò che riguarda l’azione dell’uomo sull’ambiente in ogni epoca e latitudine, con le relative implicazioni sociali, culturali, etico-politiche (e anche religiose). I suoi contributi uniscono una curiosità inesauribile per i più diversi aspetti della tecnica e del lavoro nel loro farsi storico, con un’attenzione puntuale per le conseguenze che la tecnica ha sulla natura, sull’ambiente, su ogni forma di vita, sulle società umane.
Gli scritti raccolti da Luigi Piccioni sono la punta dell’iceberg di una bibliografia vastissima e variegata, organizzata attorno ad alcune costanti che sono definite già a partire dagli anni Cinquanta e Sessanta. L’apogeo e la crisi della civiltà industriale, il pieno manifestarsi delle potenzialità della tecnologia e i rischi di derive incontrollabili, costituiscono i fulcri dell’indagine che Giorgio Nebbia ha condotto sul mondo delle merci. In effetti una ricognizione incessante sulla realtà, privilegiando il metodo empirico nell’analisi e l’empatia verso i più deboli nelle proposte, anch’esse puntuali e numerose.
Non possiamo dire che nei suoi confronti ci sia stata una damnatio memoriae, piuttosto un lento oblio sino alla piena dimenticanza, da parte di chi avrebbe tratto grandi benefici nel far propri gli attrezzi e le bussole forgiate da Nebbia per capire e operare sul piano scientifico, culturale e anche a livello politico, nel contesto della crisi ecologica globale, inaggirabile eppure ostinatamente rimossa. Da questo punto di vista la pubblicazione degli scritti raccolti in “Natura e storia” si rivolge idealmente a nuove generazioni e a nuovi protagonisti, capaci di trarre linfa da un patrimonio di grande ricchezza e assoluta integrità.
Pier Paolo Poggio.
(Fondazione Luigi Micheletti)
La raccolta di scritti di Giorgio Nebbia curata da Luigi Piccioni (“Natura e storia…. In coedizione tra Fondazione Luigi Micheletti e “Valori”…..inserire indicazioni e riferimenti completi….) copre una quantità di argomenti piuttosto impressionante entrando in rotta di collisione con le due opposte posizioni, in realtà complementari, che dominano il campo culturale in tema di ambiente (come di ogni altro settore minimamente rilevante in ambito scientifico): lo specialismo esasperato, la divulgazione giornalistica raffazzonata. Questa sorta di divisione del lavoro, esiziale per il progresso civile, è particolarmente radicata nel nostro Paese, riflettendo la tradizionale separazione e contrapposizione tra élite e popolo, detentori veri o presunti del potere e sapere e persone comuni, da mantenere in uno stato di minorità anche, e soprattutto, da quando è stata raggiunta la democrazia politica e l’accesso universale all’istruzione.
L’atteggiamento di Nebbia, a lungo professore di merceologia all’Università di Bari, è invece caratterizzato dalla disponibilità piena e coinvolgente per una divulgazione puntuale, ancorata ai fatti, comprensibile ma rigorosa e sistematica, di tutto ciò che riguarda l’azione dell’uomo sull’ambiente in ogni epoca e latitudine, con le relative implicazioni sociali, culturali, etico-politiche (e anche religiose). I suoi contributi uniscono una curiosità inesauribile per i più diversi aspetti della tecnica e del lavoro nel loro farsi storico, con un’attenzione puntuale per le conseguenze che la tecnica ha sulla natura, sull’ambiente, su ogni forma di vita, sulle società umane.
Gli scritti raccolti da Luigi Piccioni sono la punta dell’iceberg di una bibliografia vastissima e variegata, organizzata attorno ad alcune costanti che sono definite già a partire dagli anni Cinquanta e Sessanta. L’apogeo e la crisi della civiltà industriale, il pieno manifestarsi delle potenzialità della tecnologia e i rischi di derive incontrollabili, costituiscono i fulcri dell’indagine che Giorgio Nebbia ha condotto sul mondo delle merci. In effetti una ricognizione incessante sulla realtà, privilegiando il metodo empirico nell’analisi e l’empatia verso i più deboli nelle proposte, anch’esse puntuali e numerose.
Non possiamo dire che nei suoi confronti ci sia stata una damnatio memoriae, piuttosto un lento oblio sino alla piena dimenticanza, da parte di chi avrebbe tratto grandi benefici nel far propri gli attrezzi e le bussole forgiate da Nebbia per capire e operare sul piano scientifico, culturale e anche a livello politico, nel contesto della crisi ecologica globale, inaggirabile eppure ostinatamente rimossa. Da questo punto di vista la pubblicazione degli scritti raccolti in “Natura e storia” si rivolge idealmente a nuove generazioni e a nuovi protagonisti, capaci di trarre linfa da un patrimonio di grande ricchezza e assoluta integrità.
Pier Paolo Poggio.
(Fondazione Luigi Micheletti)