«Margery Allingham splende come una stella.»
Agatha Christie
Londra, Little Venice. Albert Campion viene a trovarsi sulla scena di un crimine, perpetrato, questa volta, durante un party a casa di Belle, la vedova di un famoso pittore del periodo edoardiano, John Sebastian Lafcadio. Lafcadio ha lasciato in eredità dodici suoi preziosi quadri, con l’indicazione di esibirne uno alla volta in una mostra, ogni anno dopo la sua morte.
Ma l’esibizione dell’ottavo quadro viene funestata da un omicidio, quello di Thomas Dacre, un artista protégé di Lafcadio nonché fidanzato di sua nipote Linda. Dacre è appena tornato dall’Italia portando con sé la bella Rosa Rosa, sua modella, sua musa e… altro. Naturalmente i sospetti cadono subito su Linda, arrabbiatissima con Dacre, non perché proponga un ménage à trois con Rosa Rosa, ma perché – e qui entriamo in territorio prettamente allinghamiano – in Italia la sua arte è diventata cheap.
Belle è una gran dama, e per l’occasione ha radunato la crème de la crème del mondo aristocratico e artistico, oltre a Max Fustian, erede dell’agenzia incaricata delle mostre annuali, e il suo giovane amico Albert Campion. Durante il ricevimento saltano le luci. Quando si riaccendono, Dacre giace sul pavimento pugnalato al cuore con un paio di forbici «artistiche», opera di una delle ospiti fisse di Belle. Perché la casa nonché la dependance di Belle sono piene di gente: domestici, ex amanti di Lafcadio, ex modelle cadute in povertà, familiari delle medesime, tutti con tendenze artistiche e tutti squattrinati.
Naturalmente Campion viene cooptato dalla polizia per risolvere il caso, e deve usare tutto il suo proverbiale tatto e la sua formidabile intelligenza per intrappolare l’omicida. E come sempre nei romanzi di Allingham, la trama si fa complicata, i personaggi presentano imprevedibili risvolti caratteriali e l’azione diventa frenetica. Niente è mai semplice, nemmeno per Campion, che però…
«Margery Allingham splende come una stella.»
Agatha Christie
Londra, Little Venice. Albert Campion viene a trovarsi sulla scena di un crimine, perpetrato, questa volta, durante un party a casa di Belle, la vedova di un famoso pittore del periodo edoardiano, John Sebastian Lafcadio. Lafcadio ha lasciato in eredità dodici suoi preziosi quadri, con l’indicazione di esibirne uno alla volta in una mostra, ogni anno dopo la sua morte.
Ma l’esibizione dell’ottavo quadro viene funestata da un omicidio, quello di Thomas Dacre, un artista protégé di Lafcadio nonché fidanzato di sua nipote Linda. Dacre è appena tornato dall’Italia portando con sé la bella Rosa Rosa, sua modella, sua musa e… altro. Naturalmente i sospetti cadono subito su Linda, arrabbiatissima con Dacre, non perché proponga un ménage à trois con Rosa Rosa, ma perché – e qui entriamo in territorio prettamente allinghamiano – in Italia la sua arte è diventata cheap.
Belle è una gran dama, e per l’occasione ha radunato la crème de la crème del mondo aristocratico e artistico, oltre a Max Fustian, erede dell’agenzia incaricata delle mostre annuali, e il suo giovane amico Albert Campion. Durante il ricevimento saltano le luci. Quando si riaccendono, Dacre giace sul pavimento pugnalato al cuore con un paio di forbici «artistiche», opera di una delle ospiti fisse di Belle. Perché la casa nonché la dependance di Belle sono piene di gente: domestici, ex amanti di Lafcadio, ex modelle cadute in povertà, familiari delle medesime, tutti con tendenze artistiche e tutti squattrinati.
Naturalmente Campion viene cooptato dalla polizia per risolvere il caso, e deve usare tutto il suo proverbiale tatto e la sua formidabile intelligenza per intrappolare l’omicida. E come sempre nei romanzi di Allingham, la trama si fa complicata, i personaggi presentano imprevedibili risvolti caratteriali e l’azione diventa frenetica. Niente è mai semplice, nemmeno per Campion, che però…