Questo libro contiene molti ricordi, ma non è, propriamente, un’autobiografia. Il lettore troverà in queste pagine «soltanto quella parte della mia vita che è strettamente necessaria al racconto delle vicende di cui sono stato direttamente o indirettamente testimone». Mancano, per scelta, «gli amori, le malattie, le crisi esistenziali» e quegli «alti e bassi della fortuna» che «sono diversi soltanto per chi crede nella propria originalità. Visti da lontano e con un certo distacco, sono sempre, da un uomo all’altro, gli stessi». È sufficiente scorrere l’indice del volume per rendersi conto che le vicende di cui si parla sono molte, quasi tutte le più importanti che hanno attraversato la vita italiana e internazionale nel corso degli ultimi decenni. Anche gli anni della fanciullezza sono utili per spingere quanto più lontano possibile lo sguardo della memoria e delineare cosi, attraverso gli episodi della vita familiare, uno spaccato dell’Italia nel periodo fascista. Lungo il percorso si trovano i nomi di molti degli uomini che hanno fatto la storia del secolo scorso, da Mussolini a De Gasperi, da de Gaulle a Gorba?ëv, fino ai nostri giorni, con il capitolo dedicato ai personaggi di Tangentopoli. Incontri, retroscena e giudizi vengono raccontati ed espressi con un equilibrio che l’esperienza non priva di un innato humour. Quel che rende al tempo stesso godibili e non di rado sottilmente sapide queste memorie è la capacità dell’autore di descrivere uomini e cose senza quei compiacimenti, di stile e di merito, che sono spesso l’anticamera dell’indulgenza (in particolare verso se stessi). Valga per tutti l’esempio, bellissimo, delle pagine conclusive, non a caso intitolate «Confessione», in cui Sergio Romano disegna con acume, e un’eleganza ormai rara, il proprio autoritratto politico.
Questo libro contiene molti ricordi, ma non è, propriamente, un’autobiografia. Il lettore troverà in queste pagine «soltanto quella parte della mia vita che è strettamente necessaria al racconto delle vicende di cui sono stato direttamente o indirettamente testimone». Mancano, per scelta, «gli amori, le malattie, le crisi esistenziali» e quegli «alti e bassi della fortuna» che «sono diversi soltanto per chi crede nella propria originalità. Visti da lontano e con un certo distacco, sono sempre, da un uomo all’altro, gli stessi». È sufficiente scorrere l’indice del volume per rendersi conto che le vicende di cui si parla sono molte, quasi tutte le più importanti che hanno attraversato la vita italiana e internazionale nel corso degli ultimi decenni. Anche gli anni della fanciullezza sono utili per spingere quanto più lontano possibile lo sguardo della memoria e delineare cosi, attraverso gli episodi della vita familiare, uno spaccato dell’Italia nel periodo fascista. Lungo il percorso si trovano i nomi di molti degli uomini che hanno fatto la storia del secolo scorso, da Mussolini a De Gasperi, da de Gaulle a Gorba?ëv, fino ai nostri giorni, con il capitolo dedicato ai personaggi di Tangentopoli. Incontri, retroscena e giudizi vengono raccontati ed espressi con un equilibrio che l’esperienza non priva di un innato humour. Quel che rende al tempo stesso godibili e non di rado sottilmente sapide queste memorie è la capacità dell’autore di descrivere uomini e cose senza quei compiacimenti, di stile e di merito, che sono spesso l’anticamera dell’indulgenza (in particolare verso se stessi). Valga per tutti l’esempio, bellissimo, delle pagine conclusive, non a caso intitolate «Confessione», in cui Sergio Romano disegna con acume, e un’eleganza ormai rara, il proprio autoritratto politico.