Author: | Domenico Rizzi | ISBN: | 9788898440801 |
Publisher: | Parallelo45 Edizioni | Publication: | May 10, 2016 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Domenico Rizzi |
ISBN: | 9788898440801 |
Publisher: | Parallelo45 Edizioni |
Publication: | May 10, 2016 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
“La casa sul fiume del vento” raccoglie 7 racconti, alcuni in forma di romanzo breve, che si snodano in un arco di tempo di oltre mezzo secolo – dal 1853 al 1929 - mantenendo costantemente come sfondo il West americano e la sua evoluzione epocale attraverso figure maschili e femminili che la leggenda ha sempre relegato in secondo piano. Non si tratta infatti dei soliti stereotipi a cui la letteratura e il cinema ci hanno abituati, bensì di persone comuni, molto spesso donne, che hanno vissuto le loro vicende ai margini della storia ufficiale. Cacciatori di pellicce trasformatisi per necessità in guide di carovane, come Isaac Ellis (già protagonista di “Pianure lontane”) soldati sudisti che ritornano da una guerra perduta, sceriffi screditati e dediti all’alcool, galeotti evasi in cerca di vendetta, contadini caparbiamente attaccati alla propria terra, adolescenti impreparati ad affrontare le difficoltà della vita. Ad essi si affiancano tre sorelle oppresse dal dispotismo paterno in una fattoria dell’Idaho, una schiava africana fuggita dalle piantagioni del Mississippi, un’immigrata germanica ridotta in cattività dagli Indiani, un’intrattenitrice di saloon rimasta sola in una ghost town, una ragazza debosciata che si abbandona ai vizi più sfrenati, la figlia di un influente magistrato finita nelle mani di un feroce vendicatore. Questi personaggi danno vita alle trame de “La casa sul fiume del vento”, che dai tempi delle prime carovane dirette verso il lontano Oregon conduce il lettore fino ai primi decenni del XX secolo, quando la grande avventura storica si è ormai conclusa e il vecchio West sopravvive soltanto nelle testimonianza di un’anziana signora del Wyoming, sulle pagine di una dime novel che uno dei protagonisti legge con un vago rimpianto, o nell’immagine di un amore inconfessabile che una ragazza si porta dietro fra i ricordi. Il fischio di un treno che dall’Ovest procede verso una grande città dell’Est, lasciandosi alle spalle praterie brulle e flemmatici mandriani, sembra annunciare emblematicamente la fine di un’epopea resa eroica soltanto dalla leggenda.
“La casa sul fiume del vento” raccoglie 7 racconti, alcuni in forma di romanzo breve, che si snodano in un arco di tempo di oltre mezzo secolo – dal 1853 al 1929 - mantenendo costantemente come sfondo il West americano e la sua evoluzione epocale attraverso figure maschili e femminili che la leggenda ha sempre relegato in secondo piano. Non si tratta infatti dei soliti stereotipi a cui la letteratura e il cinema ci hanno abituati, bensì di persone comuni, molto spesso donne, che hanno vissuto le loro vicende ai margini della storia ufficiale. Cacciatori di pellicce trasformatisi per necessità in guide di carovane, come Isaac Ellis (già protagonista di “Pianure lontane”) soldati sudisti che ritornano da una guerra perduta, sceriffi screditati e dediti all’alcool, galeotti evasi in cerca di vendetta, contadini caparbiamente attaccati alla propria terra, adolescenti impreparati ad affrontare le difficoltà della vita. Ad essi si affiancano tre sorelle oppresse dal dispotismo paterno in una fattoria dell’Idaho, una schiava africana fuggita dalle piantagioni del Mississippi, un’immigrata germanica ridotta in cattività dagli Indiani, un’intrattenitrice di saloon rimasta sola in una ghost town, una ragazza debosciata che si abbandona ai vizi più sfrenati, la figlia di un influente magistrato finita nelle mani di un feroce vendicatore. Questi personaggi danno vita alle trame de “La casa sul fiume del vento”, che dai tempi delle prime carovane dirette verso il lontano Oregon conduce il lettore fino ai primi decenni del XX secolo, quando la grande avventura storica si è ormai conclusa e il vecchio West sopravvive soltanto nelle testimonianza di un’anziana signora del Wyoming, sulle pagine di una dime novel che uno dei protagonisti legge con un vago rimpianto, o nell’immagine di un amore inconfessabile che una ragazza si porta dietro fra i ricordi. Il fischio di un treno che dall’Ovest procede verso una grande città dell’Est, lasciandosi alle spalle praterie brulle e flemmatici mandriani, sembra annunciare emblematicamente la fine di un’epopea resa eroica soltanto dalla leggenda.