L'Ingegnere in blu

Fiction & Literature, Literary Theory & Criticism, European, Italian
Cover of the book L'Ingegnere in blu by Alberto Arbasino, Adelphi
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Author: Alberto Arbasino ISBN: 9788845974649
Publisher: Adelphi Publication: May 21, 2014
Imprint: Adelphi Language: Italian
Author: Alberto Arbasino
ISBN: 9788845974649
Publisher: Adelphi
Publication: May 21, 2014
Imprint: Adelphi
Language: Italian

Gadda, che com’è noto era un «celibatario solo come uno stecco», non ha mai proliferato né intrattenuto progenie alcuna, neppure in senso lato. Chi, d’altra parte, potrebbe immaginarlo organizzare un cenacolo in pizzeria o fondare una rivista di tendenza o piazzare rampanti discepoli nella redazione di un giornale o alla Rai? Eppure il destino letterario sembra averlo, per vie misteriose, risarcito. Negli anni Cinquanta, quando ancora non aveva pubblicato il Pasticciaccio e molti critici lo consideravano solo un «eccentrico» o un umorista «cincischiato», Gadda trova improvvisamente, in una piccola schiera di scrittori ‘irregolari’ e ‘sperimentali’ che hanno adorato "L’Adalgisa", dei giovani ammiratori disinteressati ed entusiasti. Fra quei ‘nipotini’ c’è soprattutto Alberto Arbasino, che, come provano "L’Anonimo lombardo" e poi "Fratelli d’Italia", dal grande macaronico sembra avere ereditato non solo la derisoria violenza della scrittura, ma anche la cultura cosmopolita ed eclettica, lo humour travolgente, l’insofferenza per il «tritume delle correnti obbligative». Finalmente, all’Ingegnere di cui è stato amico e sodale, Arbasino ha dedicato un irresistibile ritratto che forse è anche un autoritratto, dove ora gli lascia la parola e si sottrae come uno scrupoloso scrivano, ora si concede appassionati esercizi di lettura, ora mescola alla voce di Gadda la sua, regalando anche a noi, come in un ‘private show’, briosi calembours, brandelli di conversazioni che paiono dossiane ‘note azzurre’, pettegolezzi e reparties alla moda, ricordi personali e amene celie, ironiche filologie e fonologie – l’‘aura del tempo’ che i giovani fans di allora cercavano di trasmettere a quel signore in blu ritroso ma pieno di curiosità ‘extravaganti’ e illimitata cortesia.

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Gadda, che com’è noto era un «celibatario solo come uno stecco», non ha mai proliferato né intrattenuto progenie alcuna, neppure in senso lato. Chi, d’altra parte, potrebbe immaginarlo organizzare un cenacolo in pizzeria o fondare una rivista di tendenza o piazzare rampanti discepoli nella redazione di un giornale o alla Rai? Eppure il destino letterario sembra averlo, per vie misteriose, risarcito. Negli anni Cinquanta, quando ancora non aveva pubblicato il Pasticciaccio e molti critici lo consideravano solo un «eccentrico» o un umorista «cincischiato», Gadda trova improvvisamente, in una piccola schiera di scrittori ‘irregolari’ e ‘sperimentali’ che hanno adorato "L’Adalgisa", dei giovani ammiratori disinteressati ed entusiasti. Fra quei ‘nipotini’ c’è soprattutto Alberto Arbasino, che, come provano "L’Anonimo lombardo" e poi "Fratelli d’Italia", dal grande macaronico sembra avere ereditato non solo la derisoria violenza della scrittura, ma anche la cultura cosmopolita ed eclettica, lo humour travolgente, l’insofferenza per il «tritume delle correnti obbligative». Finalmente, all’Ingegnere di cui è stato amico e sodale, Arbasino ha dedicato un irresistibile ritratto che forse è anche un autoritratto, dove ora gli lascia la parola e si sottrae come uno scrupoloso scrivano, ora si concede appassionati esercizi di lettura, ora mescola alla voce di Gadda la sua, regalando anche a noi, come in un ‘private show’, briosi calembours, brandelli di conversazioni che paiono dossiane ‘note azzurre’, pettegolezzi e reparties alla moda, ricordi personali e amene celie, ironiche filologie e fonologie – l’‘aura del tempo’ che i giovani fans di allora cercavano di trasmettere a quel signore in blu ritroso ma pieno di curiosità ‘extravaganti’ e illimitata cortesia.

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