Author: | Gioia Aloisi, Monica Gorini | ISBN: | 9786050335842 |
Publisher: | Gioia Aloisi | Publication: | December 2, 2014 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Gioia Aloisi, Monica Gorini |
ISBN: | 9786050335842 |
Publisher: | Gioia Aloisi |
Publication: | December 2, 2014 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
L’albero della vita offre al lettore una visione ampia ed una prospettiva allargata dell’esperienza umana narrandola per mezzo delle vicende di uccelli mitologici e paradisiaci.
Il testo è ricco e vivo di una potenza che lentamente si svela, con dei colpi di scena inaspettati.
Attraverso la storia di Shar, si approfondiscono molteplici tematiche legate alla vita, in un linguaggio semplice ed immediato. Un racconto volto a portare unità nella dualità della nostra cultura divisa in ruoli maschili e femminili, vero e falso, potere e impotenza, abbandoni e conquiste, vita e morte. Meravigliose suggestioni di colori e paesaggi, fonte di ispirazione per coloro che amano scavare al di sotto dei fatti narrati.
Nel libro emerge la verità sottesa della non separazione tra cielo e terra, la sensazione che tutto accade per una ragione che troppo spesso ci sfugge.
Le vicende tra uomini e animali sono narrate in maniera dolce e poetica toccando il cuore, le emozioni, l’anima.
Shar, la popolazione dei Simurg ed il re Merse, ci sfidano a seguire la nostra stella, il nostro istinto ed il cuore, considerando ciò che è vero, perdendo ogni apparente sicurezza: senza pregiudizi o finzioni, ritrovando una saggezza antica.
Il libro ci conduce nella testimonianza della nostra trascendenza, della meraviglia della vita e del suo valore. Vita che, se vissuta nella consapevolezza, anche delle sfide che ci porta, può liberare ogni individuo dalle catene della paura portandolo per mano a considerarsi una parte di un tutto. Un “tutto” dove uomini ed animali possono vivere felici, in pace e nel rispetto di ogni differenza, a partire dalla nostra.
L’invito per ogni persona potrebbe essere quello di leggere questa storia chiedendosi successivamente per che cosa vale la pena di vivere o morire, sempre che dopo la lettura vi sia ancora questa differenza…non è forse già nella parola amore (a- mors) ciò che non muore ? ” se la forma scompare, non temere: la sua radice è eterna”.
L’albero della vita offre al lettore una visione ampia ed una prospettiva allargata dell’esperienza umana narrandola per mezzo delle vicende di uccelli mitologici e paradisiaci.
Il testo è ricco e vivo di una potenza che lentamente si svela, con dei colpi di scena inaspettati.
Attraverso la storia di Shar, si approfondiscono molteplici tematiche legate alla vita, in un linguaggio semplice ed immediato. Un racconto volto a portare unità nella dualità della nostra cultura divisa in ruoli maschili e femminili, vero e falso, potere e impotenza, abbandoni e conquiste, vita e morte. Meravigliose suggestioni di colori e paesaggi, fonte di ispirazione per coloro che amano scavare al di sotto dei fatti narrati.
Nel libro emerge la verità sottesa della non separazione tra cielo e terra, la sensazione che tutto accade per una ragione che troppo spesso ci sfugge.
Le vicende tra uomini e animali sono narrate in maniera dolce e poetica toccando il cuore, le emozioni, l’anima.
Shar, la popolazione dei Simurg ed il re Merse, ci sfidano a seguire la nostra stella, il nostro istinto ed il cuore, considerando ciò che è vero, perdendo ogni apparente sicurezza: senza pregiudizi o finzioni, ritrovando una saggezza antica.
Il libro ci conduce nella testimonianza della nostra trascendenza, della meraviglia della vita e del suo valore. Vita che, se vissuta nella consapevolezza, anche delle sfide che ci porta, può liberare ogni individuo dalle catene della paura portandolo per mano a considerarsi una parte di un tutto. Un “tutto” dove uomini ed animali possono vivere felici, in pace e nel rispetto di ogni differenza, a partire dalla nostra.
L’invito per ogni persona potrebbe essere quello di leggere questa storia chiedendosi successivamente per che cosa vale la pena di vivere o morire, sempre che dopo la lettura vi sia ancora questa differenza…non è forse già nella parola amore (a- mors) ciò che non muore ? ” se la forma scompare, non temere: la sua radice è eterna”.