Author: | Alessandra Monaco | ISBN: | 9788873885061 |
Publisher: | Liberodiscrivere Edizioni | Publication: | May 10, 2014 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Alessandra Monaco |
ISBN: | 9788873885061 |
Publisher: | Liberodiscrivere Edizioni |
Publication: | May 10, 2014 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
Ho chiuso la porta del bagno e siamo restate, io e te, custodite dalla parte inferiore della nostra femminilità.
Questo trasloco è la giustapposizione del bene. Tu sei qui a ricordarmi di me, come sono cresciuta con la tua cifra di maternità.
Sei qui a dirmi quanto io sia simile a te e quanto io, tutta la vita, abbia tentato di essere diversa.
“Se senti tanto la mia mancanza, annusa la mia vestaglia sul letto“, aveva risposto Amanda a sua figlia Alessia di sette anni, una sera che l’aveva lasciata sola in casa. “Studia matematica, la matematica ti avvicina a Dio“, aveva detto Amanda a sua figlia Alessia quarant’anni fa, appena finito il liceo. Gli anni sono passati, la vita è accaduta e Alessia ora non può più chiedere nulla a sua madre. Una malattia ha mangiato tutti i ricordi di Amanda, le ha modificato i sentimenti, ha scolorito le facce dei suoi cari e da un anno le ha persino consumato tutte le parole. Tutto sommato, nemmeno quando stava bene Alessia riusciva a comunicare con lei. Ora Amanda è accudita in un Centro per anziani e non potrà mai più tornare nella casa dove ha vissuto con suo marito e le due figlie. La casa è stata venduta e il trasloco è affidato proprio ad Alessia, la figlia maggiore. Nel vuoto generato via via dalla deportazione delle cose appartenute a sua madre e alla sua famiglia c’è tutto un riaffiorare di ricordi dolci, talvolta crudeli, evocati da figure familiari sparse tra Napoli e Genova. Smembrando la casa della sua infanzia e della sua adolescenza Alessia è tutto un raccontare, come se facesse un dialogo con la madre che custodisce nella sua mente, come se volesse restituirle quello che l’alzheimer le ha strappato via dalla memoria. È tra la negazione e il rifiuto, è nella luce lasciata dalle cose traslocate, è nel camminare a piedi nudi nella casa ormai vuota che Alessia sente fibrillare l’amore e la tenerezza per la professoressa Amanda, imparando un alfabeto nuovo, fatto d’aria, a testimonianza del vincolo atavico che lega una figlia a sua madre. Attraverso una scrittura densa e immediata e che trascorre leggera sulla pagina, l’autrice percorre l’esistenza dei suoi protagonisti munita di uno sguardo profondo e carnale, regalandoci un romanzo che ha la forza di una nascita, il conforto di un ricordo bello.
Ho chiuso la porta del bagno e siamo restate, io e te, custodite dalla parte inferiore della nostra femminilità.
Questo trasloco è la giustapposizione del bene. Tu sei qui a ricordarmi di me, come sono cresciuta con la tua cifra di maternità.
Sei qui a dirmi quanto io sia simile a te e quanto io, tutta la vita, abbia tentato di essere diversa.
“Se senti tanto la mia mancanza, annusa la mia vestaglia sul letto“, aveva risposto Amanda a sua figlia Alessia di sette anni, una sera che l’aveva lasciata sola in casa. “Studia matematica, la matematica ti avvicina a Dio“, aveva detto Amanda a sua figlia Alessia quarant’anni fa, appena finito il liceo. Gli anni sono passati, la vita è accaduta e Alessia ora non può più chiedere nulla a sua madre. Una malattia ha mangiato tutti i ricordi di Amanda, le ha modificato i sentimenti, ha scolorito le facce dei suoi cari e da un anno le ha persino consumato tutte le parole. Tutto sommato, nemmeno quando stava bene Alessia riusciva a comunicare con lei. Ora Amanda è accudita in un Centro per anziani e non potrà mai più tornare nella casa dove ha vissuto con suo marito e le due figlie. La casa è stata venduta e il trasloco è affidato proprio ad Alessia, la figlia maggiore. Nel vuoto generato via via dalla deportazione delle cose appartenute a sua madre e alla sua famiglia c’è tutto un riaffiorare di ricordi dolci, talvolta crudeli, evocati da figure familiari sparse tra Napoli e Genova. Smembrando la casa della sua infanzia e della sua adolescenza Alessia è tutto un raccontare, come se facesse un dialogo con la madre che custodisce nella sua mente, come se volesse restituirle quello che l’alzheimer le ha strappato via dalla memoria. È tra la negazione e il rifiuto, è nella luce lasciata dalle cose traslocate, è nel camminare a piedi nudi nella casa ormai vuota che Alessia sente fibrillare l’amore e la tenerezza per la professoressa Amanda, imparando un alfabeto nuovo, fatto d’aria, a testimonianza del vincolo atavico che lega una figlia a sua madre. Attraverso una scrittura densa e immediata e che trascorre leggera sulla pagina, l’autrice percorre l’esistenza dei suoi protagonisti munita di uno sguardo profondo e carnale, regalandoci un romanzo che ha la forza di una nascita, il conforto di un ricordo bello.