Author: | Pietro Citati | ISBN: | 9788845974694 |
Publisher: | Adelphi | Publication: | June 11, 2014 |
Imprint: | Adelphi | Language: | Italian |
Author: | Pietro Citati |
ISBN: | 9788845974694 |
Publisher: | Adelphi |
Publication: | June 11, 2014 |
Imprint: | Adelphi |
Language: | Italian |
«Rileggendo uno dopo l'altro questa sessantina di saggi che Pietro Citati ha scritto tra i venticinque e i quarant'anni, il lettore ... s'accorge che non è più il critico che sta visitando ma uno scrittore d'invenzione, un narratore. Distaccati dall'attualità dell'informazione bibliografica e dai giudizi di valore letterario, gli articoli si danno qui per quello che in fondo sono sempre stati: racconti che mettono in scena città sontuose dell'Egitto e del Messico, Costantinopoli e Micene, o personaggi di varie mitologie ... Non diversamente procedeva nel comporre le sue “vite immaginarie” Marcel Schwob». Così, nel 1972, Italo Calvino individuava acutamente la cifra di questa splendida raccolta che il tempo non ha intaccato. Né poteva essere altrimenti, giacché lo stesso titolo, preso a prestito da Lewis Carroll («Adesso, sono sempre le sei del pomeriggio» dice il Cappellaio ad Alice), sembra alludere a un tempo negato, immobile: come osserva ancora Calvino, «Lo scrittore auspicato dal critico Citati come voce diretta del mondo viene assomigliando sempre di più allo scrittore che Citati è diventato nel frattempo, il bibliotecario visionario che esplora continenti sterminati nei margini di pagine già scritte».
«Rileggendo uno dopo l'altro questa sessantina di saggi che Pietro Citati ha scritto tra i venticinque e i quarant'anni, il lettore ... s'accorge che non è più il critico che sta visitando ma uno scrittore d'invenzione, un narratore. Distaccati dall'attualità dell'informazione bibliografica e dai giudizi di valore letterario, gli articoli si danno qui per quello che in fondo sono sempre stati: racconti che mettono in scena città sontuose dell'Egitto e del Messico, Costantinopoli e Micene, o personaggi di varie mitologie ... Non diversamente procedeva nel comporre le sue “vite immaginarie” Marcel Schwob». Così, nel 1972, Italo Calvino individuava acutamente la cifra di questa splendida raccolta che il tempo non ha intaccato. Né poteva essere altrimenti, giacché lo stesso titolo, preso a prestito da Lewis Carroll («Adesso, sono sempre le sei del pomeriggio» dice il Cappellaio ad Alice), sembra alludere a un tempo negato, immobile: come osserva ancora Calvino, «Lo scrittore auspicato dal critico Citati come voce diretta del mondo viene assomigliando sempre di più allo scrittore che Citati è diventato nel frattempo, il bibliotecario visionario che esplora continenti sterminati nei margini di pagine già scritte».