Author: | Fulvio Conti | ISBN: | 9788827537114 |
Publisher: | Publisher s21213 | Publication: | December 18, 2017 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Fulvio Conti |
ISBN: | 9788827537114 |
Publisher: | Publisher s21213 |
Publication: | December 18, 2017 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
Nel giugno del 2015 decisi di andare a trovare mia madre, in Italia. Mia madre lavora in qualità di inserviente all’interno delle scuole pubbliche. Mentre mia madre termina i lavori, in un angolo di una delle classi che da giovine incrociai, ritrovai un cartellone, intitolato MAFIA a grandi lettere. Sotto ad essa, le foto delle stragi di Capaci e via d’Amelio, del 1992. Sapendo perfettamente che lo studio della nostra storia nazionale non è prevista dall’ordinamento scolastico, o quantomeno non fino ai giorni nostri, mi voltai di scatto verso mia madre ed esclamai: "E che è sta minchiata?". Mia madre, che come me ha il sangue siciliano che gli scorre nelle vene, mi guardò e mi disse: "È la mafia, lo hanno fatto le professoresse con gli studenti, per insegnare ad essi cosa fa la criminalità organizzata". Il mio volto si caricò di un’emozione di rabbia: "Questa non è mafia. Il giudice Falcone allora che ha lottato a fare?". Mia madre, che comprese che avrei portato l’argomento su un piano intellettuale, mi guardò e mi disse: "E cosa devono dire ai giovani? Falcone è morto in quella strage per mano della mafia". Risposi: "Lo so benissimo chi ha ucciso il giudice Falcone. Non sopporto di vedere questa foto. Non sopporto che con questa foto si ricongiunga la mafia a noi siciliani. E non sopporto il pensiero che chi ha favorito l’espansione della mafia non è in questo cartellone! Perché ai giovani non parlano del processo Pizza Connection? Perché ai giovani non parlano del processo Duomo Connection? Perché io che sono siciliano devo girare il mondo e sentirmi dire che sono mafioso solo perché sono siciliano? No madre, questo non lo accetto! Ai giovani bisogna dire cos’è la mafia, quella vera!".
Nel giugno del 2015 decisi di andare a trovare mia madre, in Italia. Mia madre lavora in qualità di inserviente all’interno delle scuole pubbliche. Mentre mia madre termina i lavori, in un angolo di una delle classi che da giovine incrociai, ritrovai un cartellone, intitolato MAFIA a grandi lettere. Sotto ad essa, le foto delle stragi di Capaci e via d’Amelio, del 1992. Sapendo perfettamente che lo studio della nostra storia nazionale non è prevista dall’ordinamento scolastico, o quantomeno non fino ai giorni nostri, mi voltai di scatto verso mia madre ed esclamai: "E che è sta minchiata?". Mia madre, che come me ha il sangue siciliano che gli scorre nelle vene, mi guardò e mi disse: "È la mafia, lo hanno fatto le professoresse con gli studenti, per insegnare ad essi cosa fa la criminalità organizzata". Il mio volto si caricò di un’emozione di rabbia: "Questa non è mafia. Il giudice Falcone allora che ha lottato a fare?". Mia madre, che comprese che avrei portato l’argomento su un piano intellettuale, mi guardò e mi disse: "E cosa devono dire ai giovani? Falcone è morto in quella strage per mano della mafia". Risposi: "Lo so benissimo chi ha ucciso il giudice Falcone. Non sopporto di vedere questa foto. Non sopporto che con questa foto si ricongiunga la mafia a noi siciliani. E non sopporto il pensiero che chi ha favorito l’espansione della mafia non è in questo cartellone! Perché ai giovani non parlano del processo Pizza Connection? Perché ai giovani non parlano del processo Duomo Connection? Perché io che sono siciliano devo girare il mondo e sentirmi dire che sono mafioso solo perché sono siciliano? No madre, questo non lo accetto! Ai giovani bisogna dire cos’è la mafia, quella vera!".