Avanguardia, moderno, postmoderno, caso; fruizione, produzione/riproduzione, serialità, elettronica: sono parole-chiave comuni alle arti visive e alla musica del Novecento. Parole che indicano percorsi, la cui ricchezza è qui raccontata tenendo conto sia dell’enormità sperimentale dei singoli artisti – da Duchamp a John Cage, da Stravinskij a Picasso, da Boulez e Paul Klee – sia dei processi più ampi che coinvolgono il sentire di questo secolo. Influenze, curiosità, dinamiche storiche, scelte di campo. Paradossalmente sono proprio i luoghi “marginali”, schiacciati dalla storia, a riscattarsi nel gusto: pensiamo all’Art Nègre che investe i music hall, il jazz, le tavolozze e gli arredi, e impone uno scatto di suoni e di ritmi; o al fenomeno kletzmer che si riverbera in tutti i tentativi di meticciato di fine secolo sino a diventare la cifra di un gusto globale. O ancora possiamo citare l’interesse per quelle procedure seriali, inaugurate dalla pop art e rese quasi mistiche dal minimalismo musicale e artistico, che hanno relativizzato il ruolo dell’autore. E poi i luoghi e i modi della fruizione: dai musei alla land art, dal teatro lirico ai rave party, il racconto di una continua scoperta di nuove tonalità dell’esperienza estetica.
Avanguardia, moderno, postmoderno, caso; fruizione, produzione/riproduzione, serialità, elettronica: sono parole-chiave comuni alle arti visive e alla musica del Novecento. Parole che indicano percorsi, la cui ricchezza è qui raccontata tenendo conto sia dell’enormità sperimentale dei singoli artisti – da Duchamp a John Cage, da Stravinskij a Picasso, da Boulez e Paul Klee – sia dei processi più ampi che coinvolgono il sentire di questo secolo. Influenze, curiosità, dinamiche storiche, scelte di campo. Paradossalmente sono proprio i luoghi “marginali”, schiacciati dalla storia, a riscattarsi nel gusto: pensiamo all’Art Nègre che investe i music hall, il jazz, le tavolozze e gli arredi, e impone uno scatto di suoni e di ritmi; o al fenomeno kletzmer che si riverbera in tutti i tentativi di meticciato di fine secolo sino a diventare la cifra di un gusto globale. O ancora possiamo citare l’interesse per quelle procedure seriali, inaugurate dalla pop art e rese quasi mistiche dal minimalismo musicale e artistico, che hanno relativizzato il ruolo dell’autore. E poi i luoghi e i modi della fruizione: dai musei alla land art, dal teatro lirico ai rave party, il racconto di una continua scoperta di nuove tonalità dell’esperienza estetica.