Ho sentito Aldo Moro che piangeva

Il diario apocrifo di prospero Gallinari

Nonfiction, History, Modern, 20th Century, Biography & Memoir, Fiction & Literature
Cover of the book Ho sentito Aldo Moro che piangeva by Edmond Dantès, Imprimatur
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Author: Edmond Dantès ISBN: 9788868300159
Publisher: Imprimatur Publication: May 6, 2013
Imprint: Language: Italian
Author: Edmond Dantès
ISBN: 9788868300159
Publisher: Imprimatur
Publication: May 6, 2013
Imprint:
Language: Italian

«Ho detto al presidente che gli uomini della sua scorta erano tutti morti.
Punto. Non ho aggiunto altro.
Credo di aver detto, per la precisione:
“No, non si è salvato nessuno”.
E ho voltato di nuovo le spalle, piegandomi sulle ginocchia per andarmene da lì.
Ed è stato allora, mentre mi infilavo nel buco per rientrare nell’appartamento, che l’ho sentito.
Ho sentito Aldo Moro che piangeva».

Questo documento apocrifo sugli ultimi 55 giorni di Prospero Gallinari con Aldo Moro può forse aiutare a comprendere meglio i misteri e i retroscena di un episodio destinato a modificare per sempre la fisionomia della Prima Repubblica. Lasciando in sospeso l’ennesimo interrogativo: e se le cose fossero andate proprio così?

«Prospero Gallinari non era un uomo di lettere. Veniva dai campi ed era un rivoluzionario combattente, in nome del proletariato comunista. Proprio a lui toccò il compito, tra il 16 marzo e il 9 maggio 1978, di far da carceriere ad Aldo Moro, sequestrato dalle Brigate rosse dopo lo sterminio dei cinque uomini della sua scorta. Prospero Gallinari tenne un diario della sua irripetibile esperienza in un appartamento di Roma. Appunti e annotazioni, spesso farciti di svarioni grammaticali e di errori di ortografia. Venuto in possesso del documento, mi sono limitato, per così dire, a dargli una veste letteraria, rispettando scrupolosamente la sostanza del contenuto».
Edmond Dantès

Tra il 16 marzo e il 9 maggio 1978 la storia d’Italia cambiò direzione.
Aldo Moro, l’uomo politico più potente del Paese, venne prima sequestrato e poi assassinato dalle Brigate rosse. Ma come si viveva nell’appartamento che fu la prigione, per 55 giorni, del presidente della Democrazia cristiana? Che rapporto umano si instaurò tra lo statista e i suoi carcerieri, in particolare tra lui e Prospero Gallinari, il brigatista che non uscì mai dalla casa? È vero che una soluzione del dramma meno cruenta e meno crudele fu a portata di mano?

Edmond Dantès è un profondo conoscitore dei misteri d’Italia.

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«Ho detto al presidente che gli uomini della sua scorta erano tutti morti.
Punto. Non ho aggiunto altro.
Credo di aver detto, per la precisione:
“No, non si è salvato nessuno”.
E ho voltato di nuovo le spalle, piegandomi sulle ginocchia per andarmene da lì.
Ed è stato allora, mentre mi infilavo nel buco per rientrare nell’appartamento, che l’ho sentito.
Ho sentito Aldo Moro che piangeva».

Questo documento apocrifo sugli ultimi 55 giorni di Prospero Gallinari con Aldo Moro può forse aiutare a comprendere meglio i misteri e i retroscena di un episodio destinato a modificare per sempre la fisionomia della Prima Repubblica. Lasciando in sospeso l’ennesimo interrogativo: e se le cose fossero andate proprio così?

«Prospero Gallinari non era un uomo di lettere. Veniva dai campi ed era un rivoluzionario combattente, in nome del proletariato comunista. Proprio a lui toccò il compito, tra il 16 marzo e il 9 maggio 1978, di far da carceriere ad Aldo Moro, sequestrato dalle Brigate rosse dopo lo sterminio dei cinque uomini della sua scorta. Prospero Gallinari tenne un diario della sua irripetibile esperienza in un appartamento di Roma. Appunti e annotazioni, spesso farciti di svarioni grammaticali e di errori di ortografia. Venuto in possesso del documento, mi sono limitato, per così dire, a dargli una veste letteraria, rispettando scrupolosamente la sostanza del contenuto».
Edmond Dantès

Tra il 16 marzo e il 9 maggio 1978 la storia d’Italia cambiò direzione.
Aldo Moro, l’uomo politico più potente del Paese, venne prima sequestrato e poi assassinato dalle Brigate rosse. Ma come si viveva nell’appartamento che fu la prigione, per 55 giorni, del presidente della Democrazia cristiana? Che rapporto umano si instaurò tra lo statista e i suoi carcerieri, in particolare tra lui e Prospero Gallinari, il brigatista che non uscì mai dalla casa? È vero che una soluzione del dramma meno cruenta e meno crudele fu a portata di mano?

Edmond Dantès è un profondo conoscitore dei misteri d’Italia.

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