Gli artigli dell'innocenza

Romanzo finalista Premio Letterario Ripdico 2015 - Scrittori della Giustizia.

Mystery & Suspense, Legal, Biography & Memoir, Literary, Fiction & Literature
Cover of the book Gli artigli dell'innocenza by Ornella Aprile Matasconi, Acca Edizioni Roma
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Author: Ornella Aprile Matasconi ISBN: 1230000955171
Publisher: Acca Edizioni Roma Publication: February 19, 2016
Imprint: Language: Italian
Author: Ornella Aprile Matasconi
ISBN: 1230000955171
Publisher: Acca Edizioni Roma
Publication: February 19, 2016
Imprint:
Language: Italian

"Gli artigli dell’innocenza" di Ornella Aprile Matasconi coinvolge profondamente fin dalle prime pagine.

 È un romanzo molto particolare, inconsueto, e se costretti a classificarlo in un genere ben preciso si hanno dei seri problemi: non è rosa, anche se scritto da una donna e l’amore, e il parlare di esso, occupano parecchio spazio all’interno della narrazione; non è un noir e nemmeno un giallo, sebbene i fatti narrati siano intessuti di paura e di una tale drammatica tensione da lasciare col fiato sospeso; non è un’autobiografia, ma a tratti la narrazione è talmente intensa e sentita da pensare che l’autrice possa aver riversato sulla carta il proprio vissuto, i propri pensieri, i propri sentimenti, le proprie ansie e le proprie intime battaglie; non è un romanzo di genere psicologico, anche se la ricerca introspettiva è molto approfondita e "vera". Forse potrebbe essere situato nel filone del romanzo di denuncia, ma la storia è troppo personale e particolare per poter essere inserita "solo" in questa categoria.

Al di là dell’imbarazzo nel collocarlo in un genere ben definito, cosa che comunque non riveste alcuna importanza, il romanzo è molto bello, non si riesce a staccare, si vuol sapere come la faccenda si risolverà. E alla fine giunge il regalo di una bella, inaspettata sorpresa.

Sembrano due viaggi paralleli, entrambi difficili, irti di ostacoli e colmi di dolore: il viaggio della protagonista che cerca di riappropriarsi di ciò che è suo, che le era stato tolto attraverso angherie e minacce inaudite dai potenti di turno, ai quali lei oppone la sua intelligenza, la sua forza, la perseveranza della ricerca, e soprattutto il suo coraggio di donna ferita ma non domata; e il viaggio della nostra eroina all’interno della propria anima, per riappropriarsi di se stessa, di ciò che le era stato rubato dalla prima terribile violenza fisica, in una lotta continua per riuscire a superare le proprie paure, per trovare dentro il proprio io la forza per rimarginare le vecchie ferite che ancora la condizionano e le ferite nuove e inaspettate che rischiano di vanificare tutti i suoi sforzi verso la "guarigione" definitiva e verso una piena consapevolezza di sé e del proprio valore. Questo secondo cammino è quello forse più interessante e coinvolgente. Per entrambi i viaggi è in definitiva uno scendere all’inferno, e un risalire, più di una volta, sino alla resurrezione finale attraverso continue battaglie per la conquista del proprio angolo di paradiso. Quello materiale e quello spirituale.

La lettura non lascia indifferente, nessuno degli aspetti della storia lascia indifferente, ci si indigna alle violenze fisiche e psicologiche che la protagonista ha dovuto subire (terribile la prima parte del racconto), agli abusi di potere messi in atto dai potenti, si rimane stupìti, quasi increduli, che certe cose possano succedere in un paese che si definisce "civile", ma la commozione e la partecipazione emotiva arrivano nella seconda parte, quella che riguarda il bel Raffaele…

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"Gli artigli dell’innocenza" di Ornella Aprile Matasconi coinvolge profondamente fin dalle prime pagine.

 È un romanzo molto particolare, inconsueto, e se costretti a classificarlo in un genere ben preciso si hanno dei seri problemi: non è rosa, anche se scritto da una donna e l’amore, e il parlare di esso, occupano parecchio spazio all’interno della narrazione; non è un noir e nemmeno un giallo, sebbene i fatti narrati siano intessuti di paura e di una tale drammatica tensione da lasciare col fiato sospeso; non è un’autobiografia, ma a tratti la narrazione è talmente intensa e sentita da pensare che l’autrice possa aver riversato sulla carta il proprio vissuto, i propri pensieri, i propri sentimenti, le proprie ansie e le proprie intime battaglie; non è un romanzo di genere psicologico, anche se la ricerca introspettiva è molto approfondita e "vera". Forse potrebbe essere situato nel filone del romanzo di denuncia, ma la storia è troppo personale e particolare per poter essere inserita "solo" in questa categoria.

Al di là dell’imbarazzo nel collocarlo in un genere ben definito, cosa che comunque non riveste alcuna importanza, il romanzo è molto bello, non si riesce a staccare, si vuol sapere come la faccenda si risolverà. E alla fine giunge il regalo di una bella, inaspettata sorpresa.

Sembrano due viaggi paralleli, entrambi difficili, irti di ostacoli e colmi di dolore: il viaggio della protagonista che cerca di riappropriarsi di ciò che è suo, che le era stato tolto attraverso angherie e minacce inaudite dai potenti di turno, ai quali lei oppone la sua intelligenza, la sua forza, la perseveranza della ricerca, e soprattutto il suo coraggio di donna ferita ma non domata; e il viaggio della nostra eroina all’interno della propria anima, per riappropriarsi di se stessa, di ciò che le era stato rubato dalla prima terribile violenza fisica, in una lotta continua per riuscire a superare le proprie paure, per trovare dentro il proprio io la forza per rimarginare le vecchie ferite che ancora la condizionano e le ferite nuove e inaspettate che rischiano di vanificare tutti i suoi sforzi verso la "guarigione" definitiva e verso una piena consapevolezza di sé e del proprio valore. Questo secondo cammino è quello forse più interessante e coinvolgente. Per entrambi i viaggi è in definitiva uno scendere all’inferno, e un risalire, più di una volta, sino alla resurrezione finale attraverso continue battaglie per la conquista del proprio angolo di paradiso. Quello materiale e quello spirituale.

La lettura non lascia indifferente, nessuno degli aspetti della storia lascia indifferente, ci si indigna alle violenze fisiche e psicologiche che la protagonista ha dovuto subire (terribile la prima parte del racconto), agli abusi di potere messi in atto dai potenti, si rimane stupìti, quasi increduli, che certe cose possano succedere in un paese che si definisce "civile", ma la commozione e la partecipazione emotiva arrivano nella seconda parte, quella che riguarda il bel Raffaele…

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