Author: | Goi | ISBN: | 9786050324297 |
Publisher: | Goi | Publication: | September 29, 2014 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Goi |
ISBN: | 9786050324297 |
Publisher: | Goi |
Publication: | September 29, 2014 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
La città di Brescia, da sempre famosa per le sue “ferrarezze” che oggi definiamo industria siderurgica e/o metallurgica e la manifattura delle armi, non gode certo fama di città del caffè. Può quindi stupire il titolo di questo volumetto “Un caffè alla bresciana I – Pagine sparse”. Non si tratta di un errore e neppure di una malcelata forma di presunzione da parte dell’autore, ma della semplice trasposizione di una espressione del grande poeta ottocentesco Ugo Foscolo, legatissimo a Brescia per ragioni di cuore ed editoriali. Una piccola frase che connota da un lato l’ambito territoriale circoscritto alla sola realtà provinciale bresciana con la quale l’autore ha voluto delimitare il suo lavoro e, dall’altro, sottolineare in forma simbolica – “caffè alla bresciana”: cioè con la “cogoma” al fuoco, contro la brace” come evidenzia in una nota di commento lo scrittore Arturo Marpicati – lo stretto rapporto che in questa città esiste da sempre fra fuoco e metallo. E, ancora, altro concetto caro all’autore, “Pagine sparse” in quanto i capitoli, per lo più scritti in momenti diversi a volte anche fra loro lontani, non seguono, e non intendono seguire, un nesso logico particolare e men che meno una ricerca filologica, ma molto semplicemente sono il frutto della curiosità, della ricerca paziente e il più possibile rigorosa di un cronista che ama il caffè e ne subisce il fascino. Caffè inteso come prodotto grezzo, come bevanda e ovviamente anche come luogo di ritrovo e di socializzazione. Di qui una serie di piccoli ritratti i più vari e di descrizioni di ambienti, situazioni e stati d’animo che non disdegnano, anzi evidenziano, il ruolo del dialetto quale fonte di cultura e tradizione popolare. Nel nome di Brescia, piccola patria che sa profumare anche di caffè, ben consapevole, l’autore, dei limiti del suo lavoro e della sua ricerca ma, al tempo stesso, consapevole e fiero che questo libretto è il primo ad essere dedicato unicamente alla realtà caffeicola bresciana. Di qui l’impegno a far seguire a breve “Ulteriori Pagine Sparse” che cercheranno di indagare il rapporto - tradizionale per definizione – fra caffè e letteratura, ovviamente brixiana.
La città di Brescia, da sempre famosa per le sue “ferrarezze” che oggi definiamo industria siderurgica e/o metallurgica e la manifattura delle armi, non gode certo fama di città del caffè. Può quindi stupire il titolo di questo volumetto “Un caffè alla bresciana I – Pagine sparse”. Non si tratta di un errore e neppure di una malcelata forma di presunzione da parte dell’autore, ma della semplice trasposizione di una espressione del grande poeta ottocentesco Ugo Foscolo, legatissimo a Brescia per ragioni di cuore ed editoriali. Una piccola frase che connota da un lato l’ambito territoriale circoscritto alla sola realtà provinciale bresciana con la quale l’autore ha voluto delimitare il suo lavoro e, dall’altro, sottolineare in forma simbolica – “caffè alla bresciana”: cioè con la “cogoma” al fuoco, contro la brace” come evidenzia in una nota di commento lo scrittore Arturo Marpicati – lo stretto rapporto che in questa città esiste da sempre fra fuoco e metallo. E, ancora, altro concetto caro all’autore, “Pagine sparse” in quanto i capitoli, per lo più scritti in momenti diversi a volte anche fra loro lontani, non seguono, e non intendono seguire, un nesso logico particolare e men che meno una ricerca filologica, ma molto semplicemente sono il frutto della curiosità, della ricerca paziente e il più possibile rigorosa di un cronista che ama il caffè e ne subisce il fascino. Caffè inteso come prodotto grezzo, come bevanda e ovviamente anche come luogo di ritrovo e di socializzazione. Di qui una serie di piccoli ritratti i più vari e di descrizioni di ambienti, situazioni e stati d’animo che non disdegnano, anzi evidenziano, il ruolo del dialetto quale fonte di cultura e tradizione popolare. Nel nome di Brescia, piccola patria che sa profumare anche di caffè, ben consapevole, l’autore, dei limiti del suo lavoro e della sua ricerca ma, al tempo stesso, consapevole e fiero che questo libretto è il primo ad essere dedicato unicamente alla realtà caffeicola bresciana. Di qui l’impegno a far seguire a breve “Ulteriori Pagine Sparse” che cercheranno di indagare il rapporto - tradizionale per definizione – fra caffè e letteratura, ovviamente brixiana.