Author: | Michele Vanzulli | ISBN: | 9788868552374 |
Publisher: | Michele Vanzulli | Publication: | August 6, 2013 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Michele Vanzulli |
ISBN: | 9788868552374 |
Publisher: | Michele Vanzulli |
Publication: | August 6, 2013 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
Un viaggio molto particolare.
Un viaggio dentro il vero Bangladesh.
La visita in diversi quartieri operai, miseri e squallidi, con i piedi quasi sempre immersi nell’onnipresente fango.
Le cene e i pranzi condivisi con famiglie poverissime, ospiti nei loro microalloggi.
Gli spostamenti sulle strade caotiche e senza regole.
L’incontro con alcuni malati negli ospedali pubblici, descritti nel loro spettacolare squallore.
La visita a diverse scuole - alcune disperse nella giungla, altre schiacciate tra i palazzi della metropoli – finanziate dalle missioni, e l’incontro con gli scolari e le maestre.
Il libro descrive gli innumerevoli incontri con la popolazione locale, poco avvezza alla vicinanza con gli occidentali.
Il viaggio nel viaggio.
Il libro descrive anche il viaggio dentro la povertà dell’animo umano.
Il Bangladesh, paese poverissimo e eccessivamente popolato, offre uno spaccato di un’umanità che lotta per la sopravvivenza, in modo difficilmente comprensibile per chi vive in Europa.
Una sola regola, quella del più forte, a dominare la vita dei bengalesi.
Il lavoro nelle fabbriche con condizioni paragonabili, in Europa, a quelle degli inizi del ‘900.
La schiavitù senza speranze dei conducenti di Risciò (Riksha).
La vita sempre uguale dei contadini delle campagne.
L’islam qualche volta capace di essere intollerante.
Corpi violati e abbandonati urlanti sulle strade di Dacca per raccogliere la carità dei passanti.
Donne rovinate nel viso e nell’anima dall’acido, versato sul loro viso da mariti e padri in un Paese dove la donna ha ancora troppi pochi diritti.
Il protagonista incontra e si scontra con tutte queste realtà e ne discute, anche animatamente, con alcuni missionari.
Dalle discussioni e dalle riflessioni nascerà una nuova consapevolezza. Il protagonista riuscirà a dare un nuovo significato alla parola Libertà. Un significato universalmente valido, nella povertà come nella ricchezza. Una libertà che mette al centro l’essere umano. E che lascerà l’autore con un nuovo dilemma: che fare della propria libertà? Che fare della propria vita?
In questo viaggio l’autore fa i conti anche con i valori cristiani che hanno segnato la sua infanzia, scontrandosi ancora una volta con l’ipocrisia della chiesa che quei valori vorrebbe rappresentare.
Un viaggio molto particolare.
Un viaggio dentro il vero Bangladesh.
La visita in diversi quartieri operai, miseri e squallidi, con i piedi quasi sempre immersi nell’onnipresente fango.
Le cene e i pranzi condivisi con famiglie poverissime, ospiti nei loro microalloggi.
Gli spostamenti sulle strade caotiche e senza regole.
L’incontro con alcuni malati negli ospedali pubblici, descritti nel loro spettacolare squallore.
La visita a diverse scuole - alcune disperse nella giungla, altre schiacciate tra i palazzi della metropoli – finanziate dalle missioni, e l’incontro con gli scolari e le maestre.
Il libro descrive gli innumerevoli incontri con la popolazione locale, poco avvezza alla vicinanza con gli occidentali.
Il viaggio nel viaggio.
Il libro descrive anche il viaggio dentro la povertà dell’animo umano.
Il Bangladesh, paese poverissimo e eccessivamente popolato, offre uno spaccato di un’umanità che lotta per la sopravvivenza, in modo difficilmente comprensibile per chi vive in Europa.
Una sola regola, quella del più forte, a dominare la vita dei bengalesi.
Il lavoro nelle fabbriche con condizioni paragonabili, in Europa, a quelle degli inizi del ‘900.
La schiavitù senza speranze dei conducenti di Risciò (Riksha).
La vita sempre uguale dei contadini delle campagne.
L’islam qualche volta capace di essere intollerante.
Corpi violati e abbandonati urlanti sulle strade di Dacca per raccogliere la carità dei passanti.
Donne rovinate nel viso e nell’anima dall’acido, versato sul loro viso da mariti e padri in un Paese dove la donna ha ancora troppi pochi diritti.
Il protagonista incontra e si scontra con tutte queste realtà e ne discute, anche animatamente, con alcuni missionari.
Dalle discussioni e dalle riflessioni nascerà una nuova consapevolezza. Il protagonista riuscirà a dare un nuovo significato alla parola Libertà. Un significato universalmente valido, nella povertà come nella ricchezza. Una libertà che mette al centro l’essere umano. E che lascerà l’autore con un nuovo dilemma: che fare della propria libertà? Che fare della propria vita?
In questo viaggio l’autore fa i conti anche con i valori cristiani che hanno segnato la sua infanzia, scontrandosi ancora una volta con l’ipocrisia della chiesa che quei valori vorrebbe rappresentare.