Cruel

Brooklyn non è una brava ragazza, ed è orgogliosa di non esserlo. Ama divertirsi, infrangere le regole, conquistare gli uomini.
Malgrado stia con Darren, un suo compagno al Lanford College, un’università d’arte di Manchester, trascorre le serate fra gli scatenati party delle confraternite studentesche.
Quando Darren scopre la sua relazione con il loro professore di pittura, si decide a lasciarla, stufo dei suoi continui tradimenti.
Ferita nell’orgoglio, Brooke cerca un modo per vendicarsi, così fa credere al suo ex di essere innamorata di Gideon, uno dei ragazzi più belli e più corteggiati del campus.
Ma Gideon è crudele, come lei. Non vuole una relazione seria, usa le donne per divertirsi, e non vuole avere nessun legame. La sua pessima reputazione eguaglia quella di Brooke.
Durante una delle loro numerose scaramucce piccanti, entrambi scoprono di essere davvero attratti l’uno dall’altra; il loro rapporto movimentato è una sfida continua per provare di essere il più forte e di non provare sentimenti.
Sia Brooklyn che Gideon hanno paura dell’amore, di legarsi veramente a una persona. Lei comincia a capire che sotto la corazza di donnaiolo impenitente e maschilista del ragazzo si nasconde ben altro, che Gideon è ancora legato a un passato che lo tormenta.
Senza volerlo, Brooke comincia a cambiare, rendendosi conto che quello che prova per lui non è solo attrazione fisica, e che forse è giunto il momento di arrendersi all’amore.

Cruel è un romanzo dalle forti tinte hot, racconta la storia di due ragazzi passionali che frequentano un college privato ed esclusivo di Manchester, costretti a cedere ai loro sentimenti malgrado il loro cuore sia diventato crudele, a seguito delle loro precedenti esperienze. Una storia d’amore piena di momenti piccanti, con due protagonisti irriverenti e impulsivi.

Senza scomporsi, Gideon prese uno dei tovaglioli sul tavolo, e si pulì il viso, sporco di gelato alla nocciola.
Stava ridendo.
Il suo sorriso era meraviglioso. Quando si fu ripulito, mi afferrò per una spalla con la mano sinistra, e con l’altra mi avvicinò il suo gelato:
«Ora tocca a me.»
«No! No!» Mi divincolai, per evitare che mi spiaccicasse il suo cono sul naso, come io avevo fatto con lui. Non potevo fare a meno di ridere, nonostante tutto. Si era creata una strana intimità fra noi due.
Il suo cono mi sfiorò appena la guancia, Gideon si chinò e raccolse quelle goccioline di gelato sulla mia pelle con la lingua. A quel punto, realizzai.
Sembravamo due che stavano insieme. Non due che si odiavano.
I nostri sguardi si incontrarono e smisi di ridere. Anche lui divenne serio, di colpo.
Prese un tovagliolo dal centrotavola e mi pulì, accarezzandomi la guancia. Il mio cuore per un attimo si fermò, perché quel gesto così dolce e delicato non era davvero da lui.
All’improvviso sembrò pensieroso, quasi triste, e non lo riconobbi più. «Non innamorarti di me, Brooke» mormorò, piano.
Volevo rispondere, fare una delle mie solite battute, ma non ce la feci: ero rimasta ipnotizzata dai suoi occhi azzurri, dal suo sguardo che diceva più di mille parole e che mi stava nascondendo un segreto.