Author: | Federico M. Giuntini | ISBN: | 9788826044880 |
Publisher: | Federico M. Giuntini | Publication: | April 1, 2017 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Federico M. Giuntini |
ISBN: | 9788826044880 |
Publisher: | Federico M. Giuntini |
Publication: | April 1, 2017 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
In questo libro si analizzano le dinamiche storico-politiche che hanno portato all’impostazione e al consolidamento dei rapporti tra la Federazione Russa (FR) e la Repubblica Popolare Cinese (RPC) nell’ultimo decennio del XX secolo e alla cooperazione di queste ultime in Asia Centrale con gli stati emersi dalla disgregazione dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS). Nel primo capitolo si approfondiscono i fenomeni sociopolitici che hanno interessato la Cina negli anni immediatamente successivi il movimento e la repressione di Piazza Tienanmen nel 1989, con la conservazione del sistema incentrato sul potere del Partito Comunista Cinese (PCC) e con l’emergere di una nuova tendenza sinocentrica e di un crescente nazionalismo tra il ceto intellettuale e la popolazione, in opposizione al relativo “occidentalismo” del decennio precedente. Nel secondo capitolo si espongono i principali avvenimenti che, dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica nel 1991, hanno portato alla caotica affermazione della nuova Russia guidata da Boris El’cin, alla netta scelta di campo economica e geopolitica operata da quest’ultimo e al drammatico conflitto istituzionale che lo oppose al potere legislativo, culminato col bombardamento della “Casa bianca russa” nell’autunno del 1993. Nel terzo capitolo ci si sofferma sui primi approcci tra la FR e la RPC (dopo una trentennale crisi nei rapporti sino-sovietici inaugurata dalla rottura tra Mao e Chruščёv nel periodo 1956-’64, fossilizzatasi con Brežnev nel 1964-’82 e che si iniziò a superare solo con Deng e Gorbačëv nel 1985-’91) e sulla progressiva costruzione di quello che le parti avrebbero presto definito come “partenariato strategico”, spinte anche dalla percepita minaccia derivante dal processo di allargamento della NATO a Est e dalla persistente presenza militare statunitense in Asia Orientale in generale e a Taiwan in particolare Nel quarto capitolo si fornisce un profilo generale della re-gione centrasiatica e delle cinque repubbliche ivi emerse come soggetti indipendenti in seguito al collasso sovietico, si delineano i principali interessi russi e cinesi nell’area e si analizzano, nello specifico, i primi passi formali di quello che in questa sede è indicato come il “processo di Shan-ghai”, vale a dire la collaborazione tra Cina, Russia, Kazaki-stan, Kirghizistan e Tagikistan nell’ambito dell’originale meccanismo dei “Cinque di Shanghai” (Shanghai Five), i-naugurato nel 1996. Nel quinto capitolo, infine, si esami-nano i principali eventi interni e internazionali per Mosca e Pechino (come la perdurante crisi economica e politica russa e il secondo conflitto ceceno, che portarono all’ascesa di Vladimir Putin, e il forte impatto che ebbe sul-le autorità e sulla società cinesi il bombardamento dell’ambasciata della RPC a Belgrado nell’ambito dell’operazione della NATO contro la Jugoslavia) e, soprat-tutto, il coronamento del processo in questione con la fondazione dell’Organizzazione per la Cooperazione di
In questo libro si analizzano le dinamiche storico-politiche che hanno portato all’impostazione e al consolidamento dei rapporti tra la Federazione Russa (FR) e la Repubblica Popolare Cinese (RPC) nell’ultimo decennio del XX secolo e alla cooperazione di queste ultime in Asia Centrale con gli stati emersi dalla disgregazione dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS). Nel primo capitolo si approfondiscono i fenomeni sociopolitici che hanno interessato la Cina negli anni immediatamente successivi il movimento e la repressione di Piazza Tienanmen nel 1989, con la conservazione del sistema incentrato sul potere del Partito Comunista Cinese (PCC) e con l’emergere di una nuova tendenza sinocentrica e di un crescente nazionalismo tra il ceto intellettuale e la popolazione, in opposizione al relativo “occidentalismo” del decennio precedente. Nel secondo capitolo si espongono i principali avvenimenti che, dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica nel 1991, hanno portato alla caotica affermazione della nuova Russia guidata da Boris El’cin, alla netta scelta di campo economica e geopolitica operata da quest’ultimo e al drammatico conflitto istituzionale che lo oppose al potere legislativo, culminato col bombardamento della “Casa bianca russa” nell’autunno del 1993. Nel terzo capitolo ci si sofferma sui primi approcci tra la FR e la RPC (dopo una trentennale crisi nei rapporti sino-sovietici inaugurata dalla rottura tra Mao e Chruščёv nel periodo 1956-’64, fossilizzatasi con Brežnev nel 1964-’82 e che si iniziò a superare solo con Deng e Gorbačëv nel 1985-’91) e sulla progressiva costruzione di quello che le parti avrebbero presto definito come “partenariato strategico”, spinte anche dalla percepita minaccia derivante dal processo di allargamento della NATO a Est e dalla persistente presenza militare statunitense in Asia Orientale in generale e a Taiwan in particolare Nel quarto capitolo si fornisce un profilo generale della re-gione centrasiatica e delle cinque repubbliche ivi emerse come soggetti indipendenti in seguito al collasso sovietico, si delineano i principali interessi russi e cinesi nell’area e si analizzano, nello specifico, i primi passi formali di quello che in questa sede è indicato come il “processo di Shan-ghai”, vale a dire la collaborazione tra Cina, Russia, Kazaki-stan, Kirghizistan e Tagikistan nell’ambito dell’originale meccanismo dei “Cinque di Shanghai” (Shanghai Five), i-naugurato nel 1996. Nel quinto capitolo, infine, si esami-nano i principali eventi interni e internazionali per Mosca e Pechino (come la perdurante crisi economica e politica russa e il secondo conflitto ceceno, che portarono all’ascesa di Vladimir Putin, e il forte impatto che ebbe sul-le autorità e sulla società cinesi il bombardamento dell’ambasciata della RPC a Belgrado nell’ambito dell’operazione della NATO contro la Jugoslavia) e, soprat-tutto, il coronamento del processo in questione con la fondazione dell’Organizzazione per la Cooperazione di