Author: | William James, Luca Mori | ISBN: | 9788898148219 |
Publisher: | Edizioni Mnemosyne | Publication: | August 31, 2014 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | William James, Luca Mori |
ISBN: | 9788898148219 |
Publisher: | Edizioni Mnemosyne |
Publication: | August 31, 2014 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
Negli anni che precedono la pubblicazione del saggio sul Pragmatismo (1907), William James iniziò uno scambio epistolare con il filosofo polacco Wincenty Lutoslawski, che gli raccontò la sua esperienza con la pratica dello yoga. Appariva, quello, un modo singolare tra gli altri possibili per tentare di “ridisegnare” i propri confini, cambiando la propria vita e le sue routine meno desiderabili.
Riflettendo e prendendo posizione sulla testimonianza dell’amico in quegli anni caratterizzati da incalzanti cambiamenti culturali e sociali, oltre che da rilevanti innovazioni tecnologiche, James la cita e la analizza nel quadro di un discorso più ampio sulla formazione delle abitudini e sulla possibilità di cambiarle, estendendo il “potere” umano di agire e di dare forma ai propri comportamenti. Per darne conto, questo libro presenta e mette in relazione la traduzione del saggio Habit, comparso come capitolo nei Principi di psicologia (1890), e quella dell’articolo intitolato The powers of men, pubblicato nel 1907 sulla Philosophical Review.
La postfazione del curatore è dedicata alla metafora del “camminare” e a quella, correlata, dei “tracciati” che le esperienze inevitabilmente fanno emergere, tanto nella materia del cervello quanto nel mondo esterno e nelle interazioni sociali. Se per David Hume il sé poteva essere inteso come un «fascio o una collezione di differenti percezioni», per William James gli esseri viventi appaiono innanzitutto come «fasci di abitudini»: i “tracciati” lungo cui tali abitudini si snodano sono come “sentieri” esperiti e immaginati da cui dipendiamo e da cui, tuttavia, possiamo apprendere a deviare.
Negli anni che precedono la pubblicazione del saggio sul Pragmatismo (1907), William James iniziò uno scambio epistolare con il filosofo polacco Wincenty Lutoslawski, che gli raccontò la sua esperienza con la pratica dello yoga. Appariva, quello, un modo singolare tra gli altri possibili per tentare di “ridisegnare” i propri confini, cambiando la propria vita e le sue routine meno desiderabili.
Riflettendo e prendendo posizione sulla testimonianza dell’amico in quegli anni caratterizzati da incalzanti cambiamenti culturali e sociali, oltre che da rilevanti innovazioni tecnologiche, James la cita e la analizza nel quadro di un discorso più ampio sulla formazione delle abitudini e sulla possibilità di cambiarle, estendendo il “potere” umano di agire e di dare forma ai propri comportamenti. Per darne conto, questo libro presenta e mette in relazione la traduzione del saggio Habit, comparso come capitolo nei Principi di psicologia (1890), e quella dell’articolo intitolato The powers of men, pubblicato nel 1907 sulla Philosophical Review.
La postfazione del curatore è dedicata alla metafora del “camminare” e a quella, correlata, dei “tracciati” che le esperienze inevitabilmente fanno emergere, tanto nella materia del cervello quanto nel mondo esterno e nelle interazioni sociali. Se per David Hume il sé poteva essere inteso come un «fascio o una collezione di differenti percezioni», per William James gli esseri viventi appaiono innanzitutto come «fasci di abitudini»: i “tracciati” lungo cui tali abitudini si snodano sono come “sentieri” esperiti e immaginati da cui dipendiamo e da cui, tuttavia, possiamo apprendere a deviare.