Author: | Roberto Di Molfetta | ISBN: | 9788871633367 |
Publisher: | PubMe | Publication: | August 17, 2017 |
Imprint: | Language: | Italian |
Author: | Roberto Di Molfetta |
ISBN: | 9788871633367 |
Publisher: | PubMe |
Publication: | August 17, 2017 |
Imprint: | |
Language: | Italian |
Ho scritto questo libro animato da un singolo ma determinante pensiero: dimostrare con il ragionamento come sia fallace pensare che il mondo sia una cosa evidente per tutti, che tutti conosciamo il mondo per quello che è. In realtà è come se ognuno di noi su questa Terra, dal più illuminato degli intelletti ai mammiferi più semplici, vivesse in un suo pianeta, dove l'orizzonte e le cose appaiono diverse alle diverse menti, conoscenze, abitudine, caratteristiche mentali e fisiche.
Ci sono animali che si orientano con dei sonar naturali, ma noi guardandoli pensiamo usino gli occhi come fonte principale di informazioni sul loro viaggio nell'ambiente circostante. Quante cose crediamo e pensiamo che sono altro? Un'infinità, così il prossimo uomo fa la stessa cosa, ma in modo diverso, perché diverso è il suo carattere, le sue priorità, la sua vita quotidiana, la sua intelligenza e la sua cultura, e tutto l'insieme delle sue esperienze.
Ognuno ha un suo pianeta da vivere. Lontano da me il voler dare un punteggio a queste visioni del mondo, la mia discussione verte sulla possibilità per voi di prendere in considerazione queste differenze, per far cadere facili illusioni.
Nel libro prendo in considerazione il pensiero e l'opera di un grande letterato e drammaturgo italiano, Luigi Pirandello.
Egli tratta l'argomento di questo libro specialmente nella sua opera Uno, nessuno e centomila. Un uomo, da un commento della moglie, scopre la relatività delle visioni del mondo e delle cose, come ogni visione che hanno le persone di lui, è diversa, per cui si può dire che egli non ha una precisa identità, in quanto è diverso e molteplice ai molteplici interpreti che lo incontrano e lo conoscono.
Questa è la condizione non solo del singolo uomo, ma della vita, del mondo, dell'Universo. Il pianeta dove viviamo è conosciuto in tante maniere quanti sono gli uomini che ci vivono. La persona coltissima di scienza, ha una visione oggettiva per questo aspetto, ma magari non è esperta di aree del mondo dove non è stato. La casalinga vede il mondo con gli occhi della TV. Il ragazzo studente ha una sua personale visione, così l'impiegato, il muratore, il poliziotto, l'avvocato, il farmacista. Difficile poter sostenere che tutti vivono su questo mondo conoscendolo. Piuttosto, nella nostra fugace apparizione su questo atomo della via Lattea, ci affanniamo ad avere certezze incrollabili sul destino, sulle cose, sulla Natura, sulle persone, per scoprire che magari il nostro vicino ha una visione completamente diversa di tutto ciò.
Ho scritto questo libro animato da un singolo ma determinante pensiero: dimostrare con il ragionamento come sia fallace pensare che il mondo sia una cosa evidente per tutti, che tutti conosciamo il mondo per quello che è. In realtà è come se ognuno di noi su questa Terra, dal più illuminato degli intelletti ai mammiferi più semplici, vivesse in un suo pianeta, dove l'orizzonte e le cose appaiono diverse alle diverse menti, conoscenze, abitudine, caratteristiche mentali e fisiche.
Ci sono animali che si orientano con dei sonar naturali, ma noi guardandoli pensiamo usino gli occhi come fonte principale di informazioni sul loro viaggio nell'ambiente circostante. Quante cose crediamo e pensiamo che sono altro? Un'infinità, così il prossimo uomo fa la stessa cosa, ma in modo diverso, perché diverso è il suo carattere, le sue priorità, la sua vita quotidiana, la sua intelligenza e la sua cultura, e tutto l'insieme delle sue esperienze.
Ognuno ha un suo pianeta da vivere. Lontano da me il voler dare un punteggio a queste visioni del mondo, la mia discussione verte sulla possibilità per voi di prendere in considerazione queste differenze, per far cadere facili illusioni.
Nel libro prendo in considerazione il pensiero e l'opera di un grande letterato e drammaturgo italiano, Luigi Pirandello.
Egli tratta l'argomento di questo libro specialmente nella sua opera Uno, nessuno e centomila. Un uomo, da un commento della moglie, scopre la relatività delle visioni del mondo e delle cose, come ogni visione che hanno le persone di lui, è diversa, per cui si può dire che egli non ha una precisa identità, in quanto è diverso e molteplice ai molteplici interpreti che lo incontrano e lo conoscono.
Questa è la condizione non solo del singolo uomo, ma della vita, del mondo, dell'Universo. Il pianeta dove viviamo è conosciuto in tante maniere quanti sono gli uomini che ci vivono. La persona coltissima di scienza, ha una visione oggettiva per questo aspetto, ma magari non è esperta di aree del mondo dove non è stato. La casalinga vede il mondo con gli occhi della TV. Il ragazzo studente ha una sua personale visione, così l'impiegato, il muratore, il poliziotto, l'avvocato, il farmacista. Difficile poter sostenere che tutti vivono su questo mondo conoscendolo. Piuttosto, nella nostra fugace apparizione su questo atomo della via Lattea, ci affanniamo ad avere certezze incrollabili sul destino, sulle cose, sulla Natura, sulle persone, per scoprire che magari il nostro vicino ha una visione completamente diversa di tutto ciò.