Author: | Giovanni Ippolito, Iain Chambers | ISBN: | 9788862314725 |
Publisher: | Arcana | Publication: | March 30, 2017 |
Imprint: | Arcana | Language: | Italian |
Author: | Giovanni Ippolito, Iain Chambers |
ISBN: | 9788862314725 |
Publisher: | Arcana |
Publication: | March 30, 2017 |
Imprint: | Arcana |
Language: | Italian |
La musica di cui si occupa questo libro è uno dei generi e stili del rock. È il rock di Bob Dylan, Jackson Browne, Bruce Springsteen, John Mellencamp e Counting Crows. Come il jazz, ha una miriade di interpreti, i frutti del cui lavoro sono sintetizzati e incorporati in quello di pochi artisti. Si tratta di gente che fa canzoni, blues, folk ballad. Che scrive testi degni di lettura a prescindere dalla musica. Che usa la strumentazione elettrica della rock band. In Italia li definiremmo, in modo riduttivo, cantautori. L’attività di questi artisti, che attraversa decenni di storia della popular music, è la più forte evidenza contraria alla tesi periodicamente sostenuta da qualcuno che il rock sia morto, poiché testimonia la continuità del linguaggio scaturito musicalmente dalle radici del rock’n’roll e letterariamente dalla poesia alternativa dei beat e di quello popolare di Woody Guthrie. Linguaggio di rivoluzione negli anni Sessanta, destinato a oscillare poi tra progresso e conservazione. Il libro è in primo luogo un libro a tesi. La tesi sostenuta è che il rock 100% American è un’arte classica, cioè dai contenuti universali. In secondo luogo ne è, in piccolo e in sintesi, una storia, raccontata dalla sequenza degli esponenti che gli hanno dato forma e sostanza nel corso degli ultimi decenni. In terzo luogo è uno studio musicologico, poiché l’obiettivo è illustrare le ragioni della sua classicità analizzandone il linguaggio. Una classicità 100% American come il suono e la voce degli interpreti dei quali il libro tratta.
La musica di cui si occupa questo libro è uno dei generi e stili del rock. È il rock di Bob Dylan, Jackson Browne, Bruce Springsteen, John Mellencamp e Counting Crows. Come il jazz, ha una miriade di interpreti, i frutti del cui lavoro sono sintetizzati e incorporati in quello di pochi artisti. Si tratta di gente che fa canzoni, blues, folk ballad. Che scrive testi degni di lettura a prescindere dalla musica. Che usa la strumentazione elettrica della rock band. In Italia li definiremmo, in modo riduttivo, cantautori. L’attività di questi artisti, che attraversa decenni di storia della popular music, è la più forte evidenza contraria alla tesi periodicamente sostenuta da qualcuno che il rock sia morto, poiché testimonia la continuità del linguaggio scaturito musicalmente dalle radici del rock’n’roll e letterariamente dalla poesia alternativa dei beat e di quello popolare di Woody Guthrie. Linguaggio di rivoluzione negli anni Sessanta, destinato a oscillare poi tra progresso e conservazione. Il libro è in primo luogo un libro a tesi. La tesi sostenuta è che il rock 100% American è un’arte classica, cioè dai contenuti universali. In secondo luogo ne è, in piccolo e in sintesi, una storia, raccontata dalla sequenza degli esponenti che gli hanno dato forma e sostanza nel corso degli ultimi decenni. In terzo luogo è uno studio musicologico, poiché l’obiettivo è illustrare le ragioni della sua classicità analizzandone il linguaggio. Una classicità 100% American come il suono e la voce degli interpreti dei quali il libro tratta.